1 Italiano su 2 esprime preoccupazione per la prossima stagione influenzale, temendo che i virus possano essere particolarmente aggressivi e contagiosi, come accaduto lo scorso anno. Nonostante ciò, il Covid-19 sembra aver perso centralità nelle preoccupazioni quotidiane, anche se 2 Italiani su 3, sia uomini che donne, sono consapevoli che il virus non è scomparso e che potrebbe tornare con nuove varianti. Inoltre, il 51,6% degli Italiani considera ora il Covid-19 “una normale infezione virale”, dato quasi raddoppiato rispetto al 2023, quando solo il 27% lo assimilava all’influenza. Nonostante il 43% degli Italiani ritenga di aver acquisito maggiore resistenza ai virus stagionali, permane una diffusa preoccupazione per le conseguenze del Covid-19 sulla salute delle persone vulnerabili, con il 59% (soprattutto over55 e over65) che continua a temere per la salute dei membri più fragili della propria famiglia, mentre le donne sembrano preoccuparsi di più, oltre che dei rischi diretti sulla salute, anche dell’impatto sulla vita quotidiana a causa della malattia. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione, parte di Federchimica, recentemente presentata in occasione dell’evento stampa Tra Vecchie e Nuove “Influenze”: Come il Covid-19 Influenzerà Ancora la Diffusione e la Gestione dei Virus Stagionali; presenti, tra gli altri: il prof. Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Milano, Direttore Sanitario d’Azienda I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano; la dott.ssa Giovanna Hotellier dell’Istituto di Ricerca Human Highway.
La stagione delle infezioni respiratorie quest’anno non si è mai veramente conclusa: “Anche durante l’estate, a causa degli sbalzi termici i livelli di contagio non sono scesi sotto la soglia critica, con una persistenza di infezioni causate non solo da virus influenzali, ma anche da ‘virus cugini’, come il virus respiratorio sinciziale (RSV), il rinovirus, il metapneumovirus e i virus parainfluenzali, insieme al contributo del Covid-19 e di alcuni batteri che hanno provocato problemi polmonari”, dichiara Pregliasco. “Questi virus continueranno a circolare anche nella prossima stagione, che sarà piuttosto intensa, simile a quella del 2022 e più vivace rispetto allo scorso anno, con circa 14,5milioni di casi di influenza e infezioni respiratorie, tra cui il SARS-CoV-2. Se tra i principali virus in circolazione, per l’influenza segnalo l’A/H1N1 e l’A/H3N2, per quanto riguarda il Covid-19, la variante che si diffonderà nei prossimi mesi è la Xec che è immunoevasiva. Ci aspettiamo quindi in autunno una presenza importante del SARS-CoV-2. L’approccio corretto – prosegue – dovrebbe basarsi sul buon senso, proteggendo i più fragili. Per loro infatti è fondamentale eseguire tempestivamente un tampone e per iniziare quanto prima una terapia antivirale, se si manifestano dei sintomi. Per chi gode di buona salute, invece, è sufficiente ricorrere a farmaci da banco ad azione antinfiammatoria.”
COME GLI ITALIANI SI COMPORTANO AI PRIMI SINTOMI INFLUENZALI
Secondo l’indagine, gli Italiani sembrerebbero continuare ad adottare buone pratiche di comportamento: il 49,3% ritiene che la scelta più prudente, in caso di malessere, sia riposare, assumere medicinali da banco (o di automedicazione) e contattare il Medico solo se dopo 3 giorni non si osserva alcun miglioramento. Un altro 22,4% preferisce invece rivolgersi immediatamente al Medico di base alla comparsa dei primi sintomi, sebbene questa percentuale sia in calo rispetto ai picchi del 2020/2021. Le donne, in particolare, sono più inclini al ricorso ai farmaci di automedicazione: il 57% di loro considera riposo, medicinali da banco e il contatto del Medico solo in caso di mancato miglioramento la scelta migliore, rispetto al 42,5% degli uomini. Gli over65 mostrano invece una maggiore propensione a contattare subito il Medico e attribuiscono un’importanza superiore alla vaccinazione antinfluenzale.
In caso di comparsa dei sintomi da raffreddamento, il 40% degli Italiani considera corretto eseguire un tampone antigenico; 1 su 3 adotta un approccio flessibile; il 24,1% ritiene non sia necessario. Sono i giovanissimi (18-24 anni) e la fascia d’età 55-64 anni i più favorevoli al test, con quasi il 47% che lo considera una buona pratica; al contrario, i 25-44enni mostrano un atteggiamento più cauto, valutando caso per caso, mentre i meno propensi a fare un tampone sono i 45-54enni e i residenti nel Nord-Ovest dell’Italia.
VACCINAZIONE
“Raccomando la doppia vaccinazione (SARS-CoV-2 e influenza, ndr) per le persone fragili che necessitano di una protezione aggiuntiva ma non solo per loro: chi manifesta i sintomi può diventare un potenziale vettore di infezione”, continua Pregliasco. “È fondamentale che i giovani, che mostrano una diminuzione della propensione alla vaccinazione, non sottovalutino l’importanza di questa misura, poiché l’influenza può avere effetti significativi anche su di loro.”
Per molti, il vaccino antinfluenzale è ormai una routine (40,7%), spesso consigliata dal Medico (nel 25% dei casi). La motivazione principale è proteggere sé stessi e i propri cari, specialmente dai rischi di contagio dei bambini. In vista della prossima stagione influenzale, il 34% degli intervistati ha dichiarato l’intenzione di fare il vaccino, mentre il 47% lo ritiene improbabile. I più propensi alla vaccinazione sono gli over45 (40%), sotto consiglio del Medico, e gli over65 (60,5%) che dichiarano di volerla fare prossimamente.
Negli ultimi anni, si è assistito a un aumento del ricorso al Medico di base in caso di influenza e sindromi respiratorie, una tendenza che si è stabilizzata nel 2023 e continua nel 2024. Attualmente, il 60% degli italiani consulta il Medico di base, mentre cresce il ricorso autonomo ai farmaci di automedicazione (25,5%) e la richiesta di consiglio al Farmacista (17,8%). Mentre le donne confermano un atteggiamento di gestione e cura più autonomo e consapevole, preferendo, in prima battuta, l’utilizzo di farmaci da banco per la gestione dei sintomi influenzali, gli uomini tendono a consultare più spesso gli amici e cercano informazioni online. Tra i giovani, l’uso di Internet per ottenere consigli è particolarmente alto (28,6%). Con l’età, aumenta la propensione a consultare il Medico, con il massimo tra gli over65, mentre l’uso di medicinali di automedicazione che si conoscono per esperienza è più comune tra le fasce d’età centrali. Secondo l’indagine, queste tendenze rifletterebbero un panorama in evoluzione, in cui il Medico di base resta fondamentale, cui si affiancano nuove pratiche di cura che includono, oltre all’automedicazione, anche il supporto del Farmacista.