Una doppia dose giornaliera di cannella aiuterebbe a prevenire il diabete nei soggetti a rischio

1 cucchiaino di cannella, assunto mattina e sera, aiuterebbe a prevenire il diabete tipo 2 nei soggetti a rischio, vale a dire chi è sovrappeso, ha familiarità diabetica, consuma elevate quantità di bevande zuccherate. È quanto sostengono alcuni ricercatori della University of California, Los Angeles, in uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Per arrivare a queste conclusioni, gli autori hanno arruolato 18 adulti sovrappeso o obesi cui era stata diagnosticata una condizione di prediabete, sottoponendoli per 1 mese a una dieta ricca di carboidrati semplici, come pane bianco e pasta, e povera di frutta e verdura; nel periodo dello studio, ai partecipanti, è stato inoltre chiesto di non assumere cannella oltre alle dosi controllate. I soggetti sono quindi stati suddivisi in 2 gruppi: a metà di loro sono state somministrate 2 compresse al giorno di placebo; all’altra, 2 compresse – mattino e sera – contenenti l’equivalente di 1 cucchiaino di cannella. I ricercatori hanno impiegato sistemi di monitoraggio continuo del glucosio, applicati al braccio dei pazienti per mezzo di un adesivo o di un piccolo ago. Dall’analisi dei dati, si è evinto che i livelli di glucosio erano “costantemente e significativamente minori” nel gruppo cui era stata somministrata la cannella.

La cannella contiene alti livelli di polifenoli e composti, come cinnamaldeide e catechine; queste, secondo i ricercatori, incrementerebbero l’abilità dell’insulina di connettersi con le cellule, stimolandole ad assorbire glucosio più efficientemente. Cinnamaldeide e catechine ridurrebbero inoltre infiammazioni dannose, supportando il fegato nell’immagazzinare il glucosio in eccesso, come glicogeno, per i futuri fabbisogni energetici. Infine, sempre secondo i ricercatori, la cannella favorirebbe la crescita di batteri “buoni” nel microbioma intestinale, in grado anch’essi di influenzare i livelli di glucosio.

OSSERVAZIONI E LIMITAZIONI

“Il basso numero di partecipanti studiati potrebbe non essere rappresentativo di tutta la popolazione con prediabete e obesità”, precisano gli autori. “Tuttavia, la dimensione relativamente piccola del campione ha comunque fornito una sufficiente forza statistica per rilevare una differenza significativa tra gli interventi con cannella e placebo in quasi 700 giorni ripetuti di osservazioni.”