Ipofosfatemia, malattia metabolica delle ossa fortemente invalidante, legata al cromosoma X

Si stima che l’ipofosfatemia colpisca 1 nuovo nato ogni 60mila; in Italia si contano circa 500 pazienti. Si tratta tuttavia di numeri in difetto, considerata la complessità del percorso che porta alla diagnosi, per la quale spesso occorrono anni. È una malattia legata al cromosoma X (XLH); colpisce le ossa ed è a trasmissione dominante, interessando sia maschi sia femmine. Chi ne è affetto soffre di forti dolori, ha difficoltà nel movimento e deve ricorrere molto spesso a interventi chirurgici. Lunedì 23 ottobre 2023 si celebra la Giornata Mondiale dell’XLH, occasione per sensibilizzare e informare sulla patologia e le molte criticità cui vanno incontro i pazienti. Tra le maggiori, vi è appunto quella della diagnosi, spesso tardiva per la difficile identificazione. Spesso è infatti già troppo tardi per riuscire a bloccarne il terribile decorso, con un progressivo peggioramento della sintomatologia, dolori muscolari e ossei al limite della sopportazione, continue operazioni chirurgiche agli arti, ai denti, con un grave decadimento delle condizioni fisiche e mentali e con un forte impatto sulla qualità della vita del bambino e dell’adolescente. “Molto spesso l’XLH è scambiata per un rachitismo da carenza da vitamina D, ed è quindi importante sensibilizzare e formare su questa patologia i Pediatri di base, in quanto l’esordio della malattia avviene tra il primo e il secondo anno di vita”, dichiara Cristina Vallotto, presidente dell’Associazione pazienti Aismme Aps. “Le persone con la malattia senza una storia familiare di XLH rischiano troppo spesso di non essere diagnosticate durante l’infanzia, ma solo in età adulta, quando presentano sintomi come l’artrosi, pseudofratture, fragilità ossee con fratture ricorrenti, dolori e rigidità articolari, dolori ossei, complicanze dentarie, problemi di udito e affaticamento.”

“L’XLH è una patologia talmente complessa, severa e invalidante che è necessario prevedere oltre ai percorsi sanitari anche percorsi socio-assistenziali e il supporto psicologico per i pazienti e le loro famiglie”, afferma Manuela Vaccarotto, vicepresidente Aismme. “È fondamentale garantire un adeguato livello di presa in carico nei bambini ma anche negli adulti, che hanno un forte e continuo bisogno di supporto psicologico, di fisioterapia, di cure dentali e di terapie a domicilio e dovrebbero essere seguiti da Medici specialisti, anche oltre l’età pediatrica. È utile, inoltre, dare la possibilità a questi pazienti di usufruire di servizi di telemedicina e teleconsulenza; prevedere accertamenti anche ai familiari, essendo una patologia genetica; offrire esenzioni complete per le spese delle analisi, degli interventi ai denti e la fisioterapia. Ma anche – continua – permettere l’assunzione dei farmaci, che può avvenire fino a 6 volte al giorno, a scuola.”

Dal 2017 Aismme, parte dell’Alleanza Internazionale XLH, ha messo a disposizione per questi pazienti il proprio Centro Aiuto-ascolto, al numero verde 800 910 206. Attraverso il progetto Aurora + XLH ha inoltre attivato un servizio di sostegno psicologico a distanza, dedicato oltre che ai pazienti metabolici, anche alle famiglie dei pazienti pediatrici, adolescenti e adulti affetti da XLH di tutti i Centri cura italiani.

NOVITÀ TERAPEUTICHE

Oltre alla terapia convenzionale, che non è efficace in tutti i pazienti e nei più piccoli può creare effetti avversi significativi, nuove opportunità arrivano dall’approvazione di Aifa dell’anticorpo monoclonale Burosumab per il trattamento degli adolescenti e degli adulti, in precedenza prescrivibile solo a bambini da 1 anno di età e adolescenti con scheletro in crescita. “La determina Aifa ha concesso il Burosumab in regime di rimborsabilità anche agli adolescenti e adulti, un grande traguardo per i pazienti XLH”, continua Vaccarotto. “In Europa questo farmaco è stato autorizzato per gli adulti da gennaio 2021 e in Italia da marzo 2023. Il farmaco riporta alla normalità i livelli di fosfato nel sangue con conseguente miglioramento della mineralizzazione scheletrica, riduzione del rischio di fratture e attenuazione dei dolori, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei pazienti. La somministrazione viene effettuata 1 volta al mese per via sottocutanea in ospedale o, attualmente soprattutto per gli adulti, a domicilio.”

L’XLH è una forma di rachitismo ereditario con insorgenza pediatrica, che produce lesioni scheletriche, anomalie a carico delle ossa, della muscolatura e delle articolazioni a causa dell’eccessiva perdita del fosforo. È un disturbo a carico del metabolismo del fosfato, caratterizzato da un’eccessiva escrezione di fosfato nelle urine con conseguente ipofosfatemia, dovuta a mutazione inattivante del gene PHEX. Si caratterizza per una mineralizzazione inadeguata e anomalie scheletriche, tra cui: rachitismo, progressivo incurvamento della gamba, osteomalacia, dolore osseo, andatura ondeggiante, bassa statura, perdita dell’udito, insufficienza motoria, debolezza muscolare, stenosi spinale, entesopatia e osteoartrite, nefrocalcinosi.