
Gli acidi urici elevati nel sangue, contrariamente a quanto sostenuto fino a oggi, non dipenderebbero dalla dieta ma da alcuni geni. È quanto sostiene la prof.ssa Tanya Major, dell’università di Otago di Dunedin, autrice di uno studio condotto su 16.760 soggetti. Dunque sembrerebbe che l’ereditarietà svolga un ruolo sostanzialmente maggiore rispetto alla dieta nel determinare i livelli di urati. Quasi il 25% nelle fluttuazioni dei livelli sierici di urati è infatti attribuibile a comuni varianti genetiche, mentre i profili nutrizionali ne spiegano meno dell’1%. Questi dati mettono in discussione l’idea comune secondo cui l’iperuricemia sarebbe principalmente causata dalla dieta. Dati indirettamente confermati anche dal fatto che soggetti con calcolosi renale, dipendente dagli acidi urici elevati, nonostante diete fortemente restrittive, continuano a fabbricare acidi urici in gran quantità e per riuscire a smaltirli hanno bisogno di alcalinizzare le urine proprio per evitare la formazione di nuovi calcoli renali o fare accrescere quelli già esistenti.
Per quanto il presente studio non abbia incluso soggetti affetti da gotta, è improbabile che la causa degli elevati livelli di urati sierici nella popolazione studiata sia completamente diversa da quella nei soggetti che ne soffrono; esistono evidenze del fatto che l’alcol e gli alimenti ricchi in purine possano scatenare attacchi di gotta in alcune persone ma, come sottolineato, il presente studio non copre quest’argomento. Per questo motivo, secondo gli esperti il presente studio non avrebbe prodotto evidenze a supporto di un cambiamento delle attuali linee guida che consigliano ai pazienti con gotta di evitare il consumo di alimenti ad alto rischio come bevande alcoliche, carne, pesce e bevande analcoliche zuccherate. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica BMJ online 2018.