AIC: “Ridurre i tempi delle diagnosi riconoscendo i diversi sintomi della malattia”

Formare i Medici specialisti a riconoscere i segni e i sintomi di loro competenza con cui si presenta la celiachia per avviare gli accertamenti del caso e accorciare i tempi diagnostici. Questo l’obiettivo dell’XI edizione del Convegno Annuale dell’Associazione Italiana Celiachia AIC, dal titolo La Celiachia Incontra gli Specialisti, recentemente svoltosi a Roma. L’evento, dedicato alla comunità medico-scientifica impegnata nella diagnosi e cura della celiachia, ha riunito circa 200 Specialisti tra Dermatologi, Ginecologi, Ematologi, Geriatri, Neurologi, e altre professioni sanitarie come Dietisti e Biologi, per esporre le novità sulla presentazione clinica della malattia, con attenzione particolare ai sintomi extra-intestinali.

I dati della Relazione al Parlamento raccolti e diffusi ogni anno dal Ministero della Salute confermano che la celiachia è in aumento, ma anche che persiste il grave ritardo con cui il paziente arriva alla diagnosi: in Italia sono oltre 241mila le persone celiache diagnosticate, ma con una prevalenza della malattia che si conferma al di sopra dell’1%, si stima siano circa 400mila i soggetti che ancora non hanno ricevuto una diagnosi corretta. Tra i motivi di questo “gap diagnostico”, la presentazione clinica della malattia: se è vero che l’intestino tenue resta l’organo bersaglio, è altrettanto evidente ormai che sempre più frequentemente la celiachia si manifesta con sintomi a carico di organi e apparati diversi da quello gastro-intestinale, spiegano gli esperti AIC. In aumento i problemi legati all’asse fegato-intestino, le manifestazioni cutanee, alle ossa, a livello del sistema nervoso centrale e del sistema riproduttivo femminile. Si stima infatti che solo il 16% delle diagnosi totali di celiachia presentino sintomi gastro-intestinali. In considerazione di questi dati – continuano – è facile capire come sempre più spesso non sia lo specialista Gastroenterologo il primo medico a visitare una persona celiaca. È fondamentale quindi – emerge dal convegno – personalizzare l’approccio clinico tenendo conto dei diversi sintomi, ma anche del fatto che ogni paziente celiaco ha peculiarità tali da richiedere follow-up personalizzati, a fronte di un attuale l’approccio clinico ancora troppo uniforme. “Con l’XI Convegno Annuale di AIC abbiamo ricordato ai colleghi Medici specialisti l’importanza di porsi questa domanda: ‘E se fosse celiachia?’. Sappiamo infatti che la malattia sempre più spesso si manifesta con sintomi e segni a carico di organi e sistemi diversi da quello gastro-intestinale”, dichiara il dott. Marco Silano, direttore scientifico del Convegno, direttore del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-Metaboliche e Invecchiamento dell’Iss e coordinatore del Board Scientifico di AIC. “Il nostro obiettivo è quindi portare all’emersione i casi di celiachia che non arrivano all’attenzione del medico di medicina generale, del pediatra, dell’internista o del gastroenterologo. La conoscenza della celiachia nella Medicina specialistica può infatti rappresentare un ulteriore passo avanti per migliorare la performance di diagnosi.”

Nel corso dell’incontro sono state esposte le novità relative alla dermatite erpetiforme, manifestazione extra-intestinale cutanea della celiachia, e del fegato, che si conferma uno degli organi maggiormente colpiti dalla celiachia, al punto che le alterazioni epatiche siano da considerarsi una comune manifestazione della celiachia. È stata inoltre esplorata la correlazione tra celiachia e metabolismo osteo-minerale: si stima infatti che il 75% dei pazienti celiaci presenti alterazioni, esponendoli a gravi rischi di fratture patologiche, in particolare quando la diagnosi è tardiva. La celiachia può inoltre manifestarsi anche esclusivamente con problematiche ginecologiche e ostetriche, e se non correttamente diagnosticata può quindi seriamente compromettere la salute della donna. La giornata ha inteso offrire nuovi spunti circa l’importanza di conoscere e riconoscere tali manifestazioni, soprattutto perché la celiachia ha una netta prevalenza nella popolazione femminile. Spazio anche al legame tra manifestazione neurologiche e gluten sensitivity, in particolare alle corrette modalità di diagnosi e agli esami sierologici da indagare, con consigli per la gestione dei pazienti con questi disordini. Infine, si è parlato dell’anemia quale condizione frequente in corso di malattia celiaca e, spesso, sua unica manifestazione-sintomatologia.

“Il successo dell’evento ci ha indotto a proporre i contenuti del convegno come formazione a distanza, sempre con accesso ai crediti formativi. Fino alla fine dell’anno, medici, specializzandi, studenti e ogni professione sanitaria potranno accedere ai contenuti del convegno dalle loro sedi. In questo modo AIC adempie a una delle sue principali finalità istituzionali”, conclude Rossella Valmarana, presidente AIC. “I messaggi corretti sono importantissimi e AIC vuole condividerli con la classe medica: coloro che incontrano i pazienti per sospetta celiachia devono chiarire subito ai pazienti e alle famiglie che la dieta senza glutine deve essere iniziata solo dopo una diagnosi certa.”