
Di 46 farmaci anticancro commercializzati in Europa negli ultimi 3 anni, in Italia è stata garantita la disponibilità solo per 38, collocandosi al 3° posto dopo Germania e Svizzera, che ne hanno messi in commercio rispettivamente 45 e 41, ma davanti a Francia, Grecia, Svezia, Olanda, Spagna, che ne hanno autorizzati da 33 a 26. Ciò che colpisce, sottolinea l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, è il tempo che trascorre tra l’approvazione del nuovo farmaco da parte della Comunità Europea e l’effettiva disponibilità nel nostro Paese: considerando le pratiche burocratiche a ogni livello, i pazienti oncologici Italiani devono attendere ancora 419 giorni, contro i 102 della Germania o i 145 della Danimarca. Secondo AIOM, responsabili di tali ritardi sarebbero i Prontuari Terapeutici Regionali, che andrebbero per questo aboliti. Come emerso in occasione del Congresso Nazionale AIOM, recentemente svoltosi a Roma, si tratta di una disparità inaccettabile, soprattutto nelle cure anticancro, per le quali un accesso omogeneo sul territorio costituirebbe un aspetto di fondamentale importanza per efficacia e equità di trattamento.
L’augurio è dunque che la riforma dell’Aifa sia portata a termine quanto prima, in modo da risolvere una situazione che, come ribadito da AOIM, è causa di disparità di trattamento tra i pazienti oncologici nelle diverse Regioni.