Al Sud solo 1 su 3 indossa le cinture

Secondo il rapporto Ulisse dell’Istituto Superiore di Sanità sono 9 su 10 i motociclisti che indossano il casco, 4 su 10 gli automobilisti che usano il seggiolino per bambini, al Sud soltanto 1 su 3 usa le cinture di sicurezza e quasi nessuno (1 su 10) utilizza le cinture posteriori. Sono questi alcuni dei risultati del sistema di sorveglianza su strada dell’uso dei dispositivi di sicurezza effettuato nell’ambito del progetto Ulisse, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La rete di rilevazione ha consentito di disporre di osservazioni sull’uso delle cinture di sicurezza anteriori, cinture di sicurezza posteriori, casco sulle due ruote motorizzate, seggiolini per bambini e cellulare alla guida provenienti da 19 città distribuite su tutto il territorio nazionale che interessano una popolazione residente di oltre 9 milioni di abitanti, pari al 14,8% della popolazione italiana. Le rilevazioni sono state effettuate in zona Urbana Centrale (UC), Urbana Periferica (UP) e in alcuni casi anche Extraurbana (EXT). Le rilevazioni del Sistema Ulisse hanno interessato oltre 185mila utenti e per la maggior parte si tratta di osservazioni relative all’uso delle cinture anteriori e al cellulare durante la guida di un autoveicolo Nord e Sud sono state le realtà maggiormente monitorate. L’uso del casco è ovunque estremamente elevato (superiore al 90%). Tuttavia, soprattutto nelle Regioni meridionali, una quota marcata di utenti delle 2 ruote motorizzate, pur indossando il casco, lo teneva slacciato o non correttamente allacciato.
Il rapporto mostra che le aree di criticità sono relative all’uso delle cinture posteriori che mediamente si attesta ad una percentuale poco superiore al 10%, l’uso dei seggiolini per bambini (attorno al 40% medio di utilizzo) e nel Sud anche le cinture di sicurezza nei passeggeri sui sedili anteriori (meno del 35%). Un discorso a parte meritano i dati sull’uso del cellulare alla guida. La prevalenza d’uso del cellulare si attesta attorno ad una media di poco superiore al 5%. Questa percentuale, in base a quanto emerge da indagini svolte tramite questionari o indagini telefoniche, sembra sottostimata ma “poiché il rischio dovuto all’uso del cellulare si concretizza solo nel momento in cui il cellulare viene utilizzato per telefonare o rispondere ai messaggi, il modo migliore per quantificare questo rischio – afferma Marco Giustini, responsabile del sistema Ulisse – è proprio la rilevazione su strada perché il dato osservato su strada è l’unico che tiene conto sia di quanti guidatori usano in maniera impropria il cellulare, sia per quanto tempo il cellulare viene usato durante la guida. In termini di salute pubblica – prosegue Giustini – serve a poco fare un’indagine per sapere quanta gente usa il cellulare mentre guida se non si sa anche per quanto tempo il cellulare viene utilizzato”. Una considerazione finale fa fatta in merito all’uso delle cinture di sicurezza sui sedili anteriori, ovvero all’unico dispositivo di sicurezza che, assieme al casco, è stato sempre presente nelle rilevazioni di Ulisse. Prima dell’entrata in vigore della patente a punti (luglio 2003), l’uso delle cinture di sicurezza dei passeggeri anteriori era assai modesto. La modifica del codice della strada ha prodotto immediati risultati, il primo dei quali è stato il repentino incremento dell’uso dei dispositivi di sicurezza, cinture e casco. L’uso delle cinture di sicurezza, in particolare, è più che raddoppiato, passando dal 30% al 70% a livello nazionale. Ma mentre al Nord nel tempo l’uso sembra essere rimasto costante, in media attorno all’80% e il Centro presenta una leggera ma progressiva flessione dell’ordine di 5 punti percentuali. Il Sud, invece, mostra un allarmante crollo dell’uso delle cinture, di oltre 20 punti percentuali, tanto che oggi si è più vicini ai valori osservati prima della patente a punti che non a quelli immediatamente successivi alla sua introduzione.