Ha preso il via la campagna di vaccinazione contro l’influenza stagionale del 2016 che, secondo gli esperti, si preannuncia particolarmente aggressiva. La campagna di prevenzione è partita dal Lazio ma, entro i primi giorni del mese di novembre, si estenderà anche a tutte le altre regioni italiane. Quest’anno il nuovo virus dell’influenza, ceppo A/H3, a cui si aggiungono alcune mutazioni dei già noti virus A/Hong Konge e B/Brisbane, minaccia di mettere a letto tra i sei e i sette milioni di italiani, contro i 5 milioni della scorsa stagione, colpendo anche soggetti sani di età compresa tra i 50 e i 60 anni generalmente non considerati a rischio. Si prevede una più ampia diffusione del virus proprio perché, essendoci state per alcuni ceppi delle mutazioni rispetto ai virus che circolavano l’anno scorso, l’immunità nei loro confronti è bassa. Ecco perché mai come quest’anno è importante che tutti, anche coloro che non rientrano nelle fasce a rischio, prendano in considerazione l’opportunità di vaccinarsi. Proprio in stagioni con un’elevata incidenza come quella che si prospetta, è infatti fondamentale che la maggior parte della comunità sia protetta per diminuire al massimo la possibilità di contagio. Tenendo conto che la protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la sua somministrazione e che ad oggi non si può sapere ancora con esattezza quando si verificherà il picco dell’influenza, gli esperti raccomandano inoltre di ricorrere alla vaccinazione già a partire dal mese di ottobre in quanto è necessario provvedere per tempo a renderci immuni, soprattutto se si appartiene a una categoria a rischio. “La speranza quest’anno -afferma Fabrizio Pregliasco virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile scientifico di www.osservatorioinfluenza.it è quella di riprendere la crescita della vaccinazione dopo anni di ingiustificato calo; già lo scorso anno c’è stata una stabilizzazione nel numero di vaccinati (49% degli ultra sessantacinquenni), valore però ancora ben lontano dalla copertura del 75% raccomandata dall’ Oms per questi soggetti per cui, vale la pena ricordare, le complicanze dell’influenza possono essere anche letali”.
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