Alfuzosina, doxazosina, terazosina, i 3 farmaci dell’ipertrofia prostatica aiutano a prevenire la demenza. Ma la doxazosina aiuta anche nella sessualità

Alfuzosina, doxazosina, terazosina: i 3 farmaci utilizzati da anni per curare i disturbi della minzione dovuti all’ipertrofia prostatica aiutano a prevenire la demenza, in particolare un rischio minore di sviluppare la demenza a corpi di Lewy, una malattia neurodegenerativa che può causare problemi di memoria e cognizione, difficoltà motorie e, nei casi più gravi, allucinazioni. È quanto affermano alcuni ricercatori dell’Università dell’Iowa, sulla base dei dati di analisi di 600mila uomini che assumevano vari tipi di farmaci per la prostata. La scelta di questi 3 farmaci non è stata comunque causale, in quanto alcune proprietà sono ben note terazosina, doxazosina e alfuzosina (Tz/Dz/Az) sono antagonisti dei recettori adrenergici α-1, che si legano e attivano anche un enzima chiave che produce adenosina trifosfato (ATP) nella glicolisi. Si ipotizza che l’aumento della disponibilità di energia nel cervello possa rallentare o prevenire la neurodegenerazione, potenzialmente riducendo l’accumulo di alpha-sinucleina. Lavori recenti hanno suggerito un effetto potenzialmente neuroprotettivo dell’uso di Tz/Dz/Az nella malattia di Parkinson, in studi sia sugli animali sia sull’uomo.

Dopo 3 anni di osservazione, rilevando quanti dei pazienti sviluppassero la demenza a Corpi di Lewy, è emerso che i soggetti che assumevano terazosina, doxazosina e alfuzosina mostravano un rischio ridotto del -37% di sviluppare la questo tipo di demenza, rispetto a coloro che assumevano gli altri tipi di alfalitici. “Si tratta di risultati molto interessanti perché al momento non esistono farmaci per prevenire o curare la demenza da corpi di Lewy, che è il secondo tipo più comune di demenza neurodegenerativa dopo il morbo di Alzheimer”, dichiarano Jacob E. Simmering, dell’Università dello Iowa, coordinatore dello studio, e Alexander Hart, primo autore. “Se riusciremo a determinare che un farmaco o un gruppo di farmaci esistenti possa offrire protezione contro questa malattia debilitante, potremmo avere una notevole riduzione degli effetti.”

Lo studio è stato pubblicato su Neurology.

Ma altri importanti articoli avevano dimostrato il ruolo benefico della doxazosina sulla sessualità; tra questi, uno pubblicato sull’International Journal of Impotence Research, 2002 Feb;14(1):50-3, Combined Oral Therapy with Sildenafil and Doxazosin for the Treatment of Non-organic Erectile Dysfunction Refractory to Sildenafil Monotherapy, a firma De Rose A.f.; e uno studio internazionale, a firma Kaplan Steven A., De Rose Aldo F. et al. 2006 Mar;97(3):559-66, Beneficial Effects of Extended-release Doxazosin and Doxazosin Standard on Sexual Health, pubblicato su BJU International.