Allergie respiratorie. “Colpito 1 Italiano su 3, anche senza predisposizione genetica”

Quest’anno la stagione dei pollini è partita in anticipo di quasi 1 mese, con sempre più persone che, benché non predisposte geneticamente, sviluppano reazioni allergiche anche a causa dell’inquinamento dell’aria e dei cambiamenti climatici, che contribuiscono ad alterare la stagionalità delle allergie, con conseguenze sulla qualità della vita di milioni di persone: “Negli ultimi anni, il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato vertiginosamente”, dichiara il dott. Vincenzo Patella, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica SIAAIC, direttore UOC Medicina Interna a Indirizzo Immunologico e Respiratorio Azienda Sanitaria Salerno. “Oggi, le riniti allergiche colpiscono tra il 10 e il 30% della popolazione, con un’incidenza complessiva che sfiora il 28%.”

“Quest’anno la stagione pollinica è iniziata 25 giorni prima rispetto alle previsioni”, prosegue Patella. “L’urbanizzazione e lo smog potenziano l’effetto allergizzante dei pollini, aumentando il rischio di sviluppare allergie anche in chi non ne ha mai sofferto prima. In generale, infatti, l’ambiente pesa per il 70%, la genetica solo per il 30%: ciò significa che una persona predisposta potrebbe non sviluppare allergie se non viene esposta ai fattori scatenanti come smog, acari, muffe o peli di animali. In questo senso, chi si trasferisce in una nuova città può sviluppare allergie a cui prima era immune, come dimostrano gli studi sulla Medicina della migrazione.”