Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori della Duke University coordinati da Dilrag Grewal, professore associato di Oftalmologia presso il Duke Eye Center, l’angiotomografia a coerenza ottica (OCTA) sarebbe possibile rilevare i segni della malattia di Alzheimer nei capillari a livello della retina. In particolare, sembra che i piccoli vasi sanguigni della retina risultino alterati nei pazienti con la malattia neurodegenerativa ma non nei pazienti con declino cognitivo lieve o nelle persone senza segnali di declino mentale.
Per arrivare a queste conclusioni, sono stati studiati 39 pazienti con Alzheimer, 37 con declino cognitivo moderato e 133 persone cognitivamente sane. I ricercatori non solo sono stati in grado di vedere le differenze tra i pazienti di Alzheimer e gli altri due gruppi, ma anche le differenze collegate alla gravità della malattia: “Le differenze erano proporzionali alla gravità del deterioramento, così le persone con Alzheimer più grave avevano una maggiore perdita di vasi sanguigni della retina”, spiega Grewal. “Tra le persone che avevano l’Alzheimer c’era una significativa riduzione della densità dei vasi sanguigni nello strato superficiale della retina rispetto ai controlli e alle persone con lieve deficit cognitivo”, prosegue Grewal, secondo il quale c’era anche “una riduzione dello spessore di uno specifico strato della retina nei pazienti con Alzheimer, rispetto ai controlli e in quelli con lieve deficit cognitivo”. Lo studio è stato pubblicato su Ophthalmology Retina.