“AOU di Modena e Hesperia Hospital insieme per un inedito intervento su un grave tumore toracico, il primo del genere in Italia”

La Chirurgia Toracica dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal prof. Pier Luigi Filosso, la Cardiochirurgia dell’Hesperia Hospital di Modena e la Chirurgia Plastica del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Giorgio De Santis, hanno effettuato un complesso intervento per asportare un tumore che infiltrava lo sterno, parte del torace sinistro e i grossi vasi del torace in un uomo di 43 anni. L’intervento ha comportato la ricostruzione tramite protesi dello sterno e di parte del torace. Si è trattato del primo intervento di questo genere svolto in Italia, tra i pochissimi al mondo, informano le équipe. Il paziente sta bene ed è stato dimesso, e continuerà a essere seguito dal punto di vista clinico e radiologico nei prossimi mesi.

“Ancora una volta la Sanità Modenese ed Emiliana hanno dato prova di essere proiettate nel futuro della Medicina e della Chirurgia”, dichiara il direttore generale, dott. Claudio Vagnini. “La Chirurgia Toracica di Baggiovara risponde ai bisogni dell’Oncologia avanzata non solo locali ma anche di pazienti che provengono da altre Regioni, specializzandosi sempre più in casi estremamente complessi, la cui gestione è appannaggio solo di strutture in grado di garantire elevatissimi standard di qualità ed assistenza, soprattutto grazie alla multidisciplinarietà delle specialità via via coinvolte.”

“Questo intervento è un traguardo di straordinaria importanza nella Chirurgia oncologica e ricostruttiva, reso possibile dalla sinergia tra diverse discipline mediche e chirurgiche”, afferma il prof. Michele Zoli, presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Unimore. “La Facoltà di Medicina e Chirurgia sostiene con forza queste collaborazioni che uniscono ricerca avanzata e innovazione tecnologica applicate direttamente alla pratica clinica. La creazione di una protesi personalizzata tramite stampa 3D è la dimostrazione concreta di quanto la Medicina moderna possa affrontare con successo anche le sfide più complesse. Complimenti al prof. Filosso, al prof. De Santis e al dott. Albertini per questo risultato, frutto di un impegno corale che unisce competenze, esperienza e innovazione, al fine di offrire nuove prospettive per interventi di alta complessità.”

“Un importantissimo risultato che ci inorgoglisce ancora di più perché è frutto di collaborazione e innovazione” dichiara il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti. “Una conferma che la Sanità modenese è un punto di riferimento per pazienti che provengono da ogni parte d’Italia che qui trovano soluzioni all’altezza di problemi complessi. Per questo motivo dobbiamo sostenere con ancora più forza le giuste ragioni di un finanziamento adeguato della Sanità. L’eccellenza dovrebbe diventare lo standard e in questa fase storica ci troviamo al contrario a chiedere di non tagliare ulteriormente la spesa sanitaria.”

“Il paziente, residente in Puglia, si era rivolto al nostro reparto circa 1 anno fa, a causa di una tumefazione anteriore dell’emitorace destro, al di sotto della quale veniva scoperta con la TAC una voluminosissima massa tumorale del mediastino profondamente infiltrante la parete toracica, lo sterno, i grossi vasi toracici ed il cuore”, spiega Filosso. “Abbiamo subito sospettato che si trattasse di una forma di linfoma, ma la biopsia chirurgica ha evidenziato un seminoma primitivo del mediastino. Si tratta di una rarissima patologia maligna, con pochi casi descritti in Letteratura scientifica, la quale in quel momento risultava purtroppo inoperabile a causa della sua invasività”, continua. “Il paziente veniva dunque affidato alle cure dei colleghi Oncologi pugliesi, con l’indicazione a rivalutare la lesione dopo l’esecuzione di 4 cicli di chemioterapia.”

“Il chirurgo plastico ha isolato e predisposto 2 lembi muscolari vascolarizzati rispettivamente a sinistra il muscolo pettorale a destra il grande dorsale che, basculati sul loro peduncolo artero-venoso, hanno ricoperto completamente la struttura protesica sintetica, proteggendola dalla esposizione e dalle infezioni. La successiva TAC di controllo ha evidenziato come la massa, pur infiltrando ancora lo sterno, parte dell’emitorace destro e sinistro ed i grossi vasi del torace, risultava ridotta dimensionalmente, per cui si poneva indicazione alla sua asportazione chirurgica, unica opzione terapeutica a nostra disposizione.”

“Le difficoltà intrinseche dell’intervento erano date dall’invasività locale del tumore”, afferma il prof. Alessandro Stefani, della Chirurgia Toracica. “Occorreva riuscire ad asportarlo completamente, resecando parte dello sterno, della parete toracica anteriore, giungendo a stretto contatto con il pericardio, il cuore, l’aorta ed i grossi vasi del torace. Occorreva poi anche ripristinare adeguatamente il ‘vuoto’ lasciato dalla resezione sternale e delle coste, ridando integrità e rigidità fisiologiche alla parete toracica.”

L’idea è stata quella di creare una protesi custom made, disegnata appositamente per il paziente, stamparla in 3D e costruirla con materiale biocompatibile, in grado di non creare problemi di rigetto all’organismo del paziente stesso. La protesi è stata realizzata in collaborazione con Osteobionix©, spin-off commerciale dell’Istituto Nazionale di Ricerca Gran Canaria-Spagna. Sulla base delle immagini TAC del torace realizzate dalla Radiologia di Baggiovara, è stata quindi “disegnata” l’area del torace del paziente soggetta alla chirurgia, mettendo a punto il nuovo sterno e la nuova parete toracica anteriore da sostituire; la protesi in materiale biocompatibile – titanio e PEEK – è stata importata in Italia dalla ditta VEGA (MI). “A questo punto – prosegue Filosso – eravamo pronti a intervenire chirurgicamente in équipe con i Cardiochirurghi dell’Hesperia e i Chirurghi plastici del Policlinico, con cui abbiamo una consolidata collaborazione, per procedere all’asportazione del manubrio e di parte del corpo sternale invasi dal tumore, allargando la resezione a parte della II e III costa destra e sinistra e di parte delle 2 clavicole”.

L’intervento si è svolto nella sala operatoria di Hesperia Hospital, ed è durato circa 7 ore e ha visti impegnati: i Chirurghi toracici, prof. Pier Luigi Filosso, prof. Alessandro Stefani, dott. Christian Casali e dott.ssa Noemi Camarda; i Cardiochirurghi, dott. Alberto Albertini e dott. Taulant Bregova; l’anestesista, dott. Marco Meli, dell’Hesperia. “Per prima cosa abbiamo isolato il muscolo pettorale di sinistra e il muscolo gran dorsale di destra”, spiega De Santis. “Il nostro scopo è stato quello di isolare lembi muscolari vitali e ben irrorati che ricoprissero adeguatamente la protesi in titanio, evitando che questa decombesse direttamente su sottocute e cute del paziente.”

“Il tumore veniva asportato radicalmente dal torace, insieme ad un’ampia porzione di pericardio e polmone invasi”, aggiunge Albertini. “Il pericardio veniva ricostruito con una protesi, per evitare possibili erniazioni del cuore. L’ampia breccia toracica veniva poi ricoperta da una placca di materiale non riassorbibile, al di sopra della quale veniva posizionata la protesi sternale in titanio, ancorata ai lembi costali ed alle due clavicole precedentemente resecati.”

Il paziente, trasferito nell’immediato post-operatorio nella Rianimazione dell’Hesperia Hospital, è stato estubato nella stessa serata e trasferito nel Reparto di Chirurgia Toracica di Baggiovara vigile e cosciente nella 2a giornata; le dimissioni sono avvenute nell’8a giornata post-operatoria in perfette condizioni, e si trova attualmente con la propria famiglia, in Puglia. “La durata e la complessità dell’intervento ha richiesto un proporzionale impegno per il delicato mantenimento dell’equilibrio delle funzioni respiratorie e cardiovascolari durante il corso di tutte le sue fasi, con le diverse specificità chirurgiche che si sono alternate”, afferma Meli. “La collaborazione multidisciplinare di tutta l’équipe di professionisti e la corretta ‘preparazione-studio’ di questo caso, associata ad un’adeguata gestione del dolore post-operatorio, ha permesso un decorso privo di complicanze maggiori ed una rapida mobilizzazione ed autonomizzazione del paziente.”