
Fa seguito all’ultimo bollettino della protezione civile (4.825 morti e 53.578 casi positivi) la decisione del Governo, di concerto con opposizioni, sindacati e mondo imprenditoriale, di decretare la chiusura totale di tutte le attività non essenziali. Ecco le disposizioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“Non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo tutelare noi stessi e le persone che amiamo. Per questo il Governo ha deciso di compiere un altro passo: chiudere sull’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”, annuncia il premier, Giuseppe Conte nella serata di ieri, 21 marzo, al termine di una giornata di lavoro con sindacati e associazioni di categoria per stilare un elenco dettagliato delle attività essenziali.
CONTINUERANNO A RESTARE APERTI
- Tutti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità, senza restrizioni di giorni e orari, dunque non c’è ragione di fare corse e code per gli acquisti;
- Farmacie e parafarmacie;
- Servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari;
- Tutti i servizi essenziali come i trasporti;
- Le attività accessorie e funzionali a quelle essenziali;
- Le attività produttive rilevanti per la produzione nazionale;
- Al di fuori delle attività essenziali è consentito soltanto il lavoro in modalità smart-working.
“Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo, per poter contenere quanto più possibile questa epidemia. L’emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica. A tutti dico lo Stato c’è, il Governo interverrà con misure straordinarie che ci permetteranno di ripartire quanto prima.”