Apnea notturne: umidificatore aiuta utilizzo della CPAP

Secondo alcuni ricercatori universitari, coordinati dal prof. Andreas Palm, della Uppsala University, i sintomi a carico delle vie aeree superiori, come la congestione nasale e la xerostomia, sono comuni nei pazienti con apnea nel sonno sotto CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), e sono associati a fallimento del trattamento. Questo sembra invece non accadere se i soggetti con apnea notturna impiegano anche un umidificatore incorporato nell’apparecchio: in questo modo avrebbero maggiori probabilità di rispettare la terapia con CPAP. In particolare, gli umidificatori ridurrebbero i sintomi e renderebbero il trattamento con CPAP più confortevole. Per quanto però gli apparecchi CPAP con umidificatore incorporato siano oggi comuni, i medici non sempre li prescrivono immediatamente. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno studiato 16.425 soggetti. I risultati dello studio hanno confermato che l’utilizzo dell’umidificatore incorporato consente di utilizzare, senza fastidi, la CPAP e questo dovrebbe  incoraggiare medici a prescriverli direttamente all’inizio del trattamento.

I soggetti con maggiori probabilità di rispettare la terapia sono anziani, con apnea nel sonno più gravi, oppure gravemente obesi o in sovrappeso, mentre le donne o i pazienti ipertesi hanno maggiori probabilità di abbandonare il trattamento. Secondo gli esperti, per quanto sia accattivante pensare che la CPAP riduca il rischio di mortalità, è comunque necessaria cautela nell’interpretare questi dati. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Sleep Medicine online 2018.