Il viaggio della campagna Tumore Ovarico. Manteniamoci Informate! fa tappa nelle Marche, dove ogni anno si stimano oltre 150 nuovi casi di tumore ovarico e sono diverse centinaia le donne che convivono con la malattia. La campagna, promossa da Fondazione AIOM insieme ad ACTO Onlus, LOTO Onlus, Mai più sole e aBRCAdabra, e sponsorizzata in esclusiva da GSK, anche nella sua seconda edizione si pone l’obiettivo di promuovere l’informazione sul tumore ovarico mettendo in luce le esigenze delle pazienti e mantenendo alta l’attenzione sulla diagnosi precoce, sulle innovazioni terapeutiche che stanno migliorando sopravvivenza e qualità di vita e sull’importanza dell’aderenza alle terapie. Lo fa attraverso eventi territoriali online dedicati alle donne dove gli specialisti rispondono alle domande più frequenti e rilevanti delle pazienti.
Informazione, diagnosi tardiva, familiarità, terapie, aderenza e qualità di vita sono stati i temi dell’evento online di Ancona, tenutosi sulla pagina Facebook di campagna, dove ginecologi, oncologi, ricercatori e psicologi hanno risposto alle domande e ai dubbi delle donne e delle pazienti marchigiane. Domande arrivate grazie a una consultazione online sul sito di campagna www.manteniamociinformate.it: le donne delle Marche sono state interpellate e hanno selezionato i principali quesiti a partire da un panel di domande messo a punto dalle Associazioni pazienti da sottoporre agli esperti marchigiani.
“La campagna è stata fortemente voluta da Fondazione AIOM insieme alle Associazioni pazienti per la necessità di diffondere le conoscenze sul tumore ovarico e la consapevolezza tra le donne e i medici”, afferma Daniele Farci, consigliere nazionale Fondazione AIOM e direttore di Oncologia Nuova Casa di Cura Decimomannu di Cagliari. “È una campagna di grandissima utilità in quanto consente di informare capillarmente la popolazione sul tumore dell’ovaio che è in assoluto un tumore raro, rappresentando il 3% di tutti i tumori femminili, ma è un neoplasia molto grave perché nella maggioranza dei casi si arriva a diagnosticarlo tardivamente quando la malattia è già in fase avanzata. La vera sfida è la diagnosi precoce.”
Nelle Marche, è il Centro di eccellenza dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona il punto di riferimento per le donne affette da tumore ovarico: “Questa iniziativa rappresenta un importantissimo passo avanti nella sensibilizzazione e conoscenza attorno a un tumore che per quanto non sia tra i più diffusi ha necessità assoluta di un approccio integrato tra tutte le figure che riguardano direttamente o indirettamente la vita quotidiana della donna”, dichiara Michele Caporossi, direttore generale della struttura. “La componente clinica con un team multidisciplinare, i volontari, le famiglie delle pazienti, le pazienti stesse e l’opinione pubblica: tutte queste dimensioni sono inscindibili e la cura della paziente passa attraverso la loro alleanza. L’informazione e la consapevolezza sul tumore ovarico ne sono una parte fondamentale, per tale ragione la Regione Marche sta costruendo una Rete oncologica, CORM – Centro Oncologico e di Ricerca delle Marche, già attiva presso gli Ospedali Riuniti che permette la presa in carico da parte del Sistema Sanitario marchigiano di ogni paziente che afferisca al Centro presentata dal proprio medico curante in modalità virtuale diretta. È un passo avanti per dare risposte in tempo reale a tutte le necessità che si presentano lungo il percorso di cura della donna con tumore ovarico.”
L’informazione su questa neoplasia è fondamentale, anche perché al momento la clinica non dispone di screening sensibili e specifici per il tumore dell’ovaio e perché lo scenario oggi è in evoluzione e una delle novità più importanti di questi anni è la possibilità per tutte le donne di accedere alle terapie di mantenimento, che permettono di allontanare le ricadute dopo chemioterapia e che si sono dimostrate efficaci su questa neoplasia.