Eseguito il primo intervento in Puglia mediante il sistema robot Hugo per trattare una patologia oncologica del colon-retto. A eseguire l’operazione, l’équipe, del dott. Antonio Braun, della Chirurgia Generale dell’Ospedale Santa Maria di Bari, struttura polispecialistica GVM Care & Research accreditata con il Ssn. La patologia oncologica del colon-retto ha registrato un miglioramento della mortalità, con il -10,8% di decessi registrati nel periodo 2007-2019 nella popolazione maschile (dati Aiom, I Numeri del Cancro in Italia 2023). Tuttavia, rimane il 3° tumore più diffuso negli uomini, dopo la neoplasia della prostata e del polmone, con 26.800 nuove diagnosi nel 2023 (50.500 nuove diagnosi nel 2023 su tutta la popolazione maschile e femminile; incidenza complessiva media stimata in 48.100 nuovi casi ogni anno).
IL CASO E L’IMPIEGO DEL ROBOT HUGO
Il paziente, un uomo di 66 anni originario della provincia di Foggia, con fattori di rischio quali tabagismo e consumo di alcol, presentava una neoplasia del colon-retto; a dicembre 2023 viene ricoverato nel reparto di Cardiologia per una coronarografia, che si rivela poi solo diagnostica, non avendo riscontrato patologie da trattare. L’RX del torace e dell’addome evidenziano però un quadro di subocclusione intestinale. “Indagini più approfondite ed esami endoscopici specifici (gastroscopia e colonscopia) hanno individuato un adenocarcinoma del sigma retto”, dichiara Braun. “Gli esiti della TC ed i risultati delle biopsie hanno portato l’équipe alla decisione di intervenire con una emicolectomia sinistra robotica. L’intervento, durato circa 4 ore, si è svolto in anestesia generale e ha permesso di rimuovere in maniera radicale la neoplasia, con totale preservazione delle strutture vascolari e nervose, riducendo così il rischio di recidiva e di danni funzionali.”
Nel post-operatorio, già a 2 ore dall’intervento, il paziente è stato mobilizzato e ha iniziato a camminare in camera; il giorno successivo, si è alimentato con una dieta liquida e in seconda giornata post-operatoria è stato rimosso il drenaggio a canalizzazione avvenuta. Infine, in quarta giornata, il paziente è stato dimesso dall’Ospedale. Il 66enne tornerà gradualmente alla propria quotidianità in attesa dell’esito dell’esame istologico definitivo, che determinerà l’esigenza o meno di una terapia oncologica, con eventuali sedute di chemioterapia, qualora i linfonodi rimossi fossero interessati da focolai di neoplasia.
“L’impiego del robot garantisce una maggior capacità di dissezione dal punto di vista oncologico e consente manovre molto più accurate e precise”, continua Braun. “Il sistema robotico viene comandato da una console aperta a visione tridimensionale che consente al chirurgo di manovrare quattro braccia indipendenti ed intercambiabili per le diverse fasi dell’operazione. Nell’ambito della chirurgia generale, il robot è ancora poco impiegato, ma ci sono ancora prospettive di ulteriore implementazione e utilizzo. Per il chirurgo vi sono diversi vantaggi: oltre ad una migliore ergonomia, quello di un accesso più semplice ed agevole alle cavità ristrette, come lo scavo pelvico, o nel caso di interventi all’esofago e allo iato diaframmatico. Per il paziente, rispetto alla chirurgia ‘open’, l’approccio mininvasivo attraverso piccoli fori di accesso consente una notevole riduzione del dolore post-operatorio e un rapido recupero funzionale con immediata riabilitazione alle comuni attività. All’Ospedale Santa Maria il Robot Hugo verrà impiegato inoltre per interventi all’esofago e allo stomaco.”