Benessere sessuale, De Rose: “Prevenzione per i maschi addio. Visite solo quando si ha un problema medico. Necessaria educazione sessuale, anche per ridurre femminicidi”

Nell’era in cui il benessere a 360° diventa una priorità sempre più centrale nella vita di ognuno, è essenziale affrontare apertamente e responsabilmente anche la sfera della salute sessuale. Il benessere sessuale, sia maschile che femminile, gioca infatti un ruolo fondamentale nella qualità complessiva della vita di un individuo e della coppia, ed è opportuno essere consapevoli dei benefici e dei disturbi in cui si può incorrere. A ribadirlo, il prof. Aldo Franco De Rose, specialista in Urologia e Andrologia, presidente dell’Associazione Andrologi Italiani ASS.A.I.), e la prof.ssa Rossella Nappi, ordinaria di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Pavia – IRCCS Policlinico San Matteo, presidente dell’Associazione dei Ginecologi Universitari Italiani AGUI, intervenuti all’evento stampa di Assosalute, Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione, parte di Federchimica, dal titolo Lei&Lui: Educare alla Salute e all’Intimità, dall’Adolescenza all’Età Matura, recentemente nei giorni scorsi a Milano.

DONNE E SALUTE SESSUALE. PIÙ CONSAPEVOLEZZA

La prima visita non è solo un fatto personale ma spesso “è una esperienza condivisa di femminilità,” in cui le figlie vengono accompagnate dalle madri. “Tuttavia, in alcuni casi – commenta Nappi – può risultare difficile aprirsi con le proprie mamme, per cui i Consultori giovani rappresentano uno spazio importante di confronto: rispetto al passato, oggi le ragazze certamente ‘ne sanno di più’, ma rimangono ancora molti dubbi e incertezze su come sono fatte, su cosa è normale, sui giorni fertili, su come funzionano i contraccettivi e sul tema del piacere sessuale. Esiste ancora un certo pudore da parte delle giovanissime a confrontarsi con il Medico”

UOMINI E SALUTE SESSUALE. OLTRE IL TABÙ

Rispetto alle donne, gli uomini, nella maggior parte dei casi, si presentano dal Medico/Andrologo “solamente quando c’è un problema medico, sia della sfera sessuale che riproduttiva o dei genitali, perché si sospettano delle malattie sessualmente trasmissibili”, afferma De Rose. “Nella mia esperienza, solo 20 uomini su 100, sia in età adolescenziale che adulta, richiedono una visita per la prevenzione uro-andrologica. Anche se il maschio giovane ha una buona conoscenza della salute intima, i dubbi più ricorrenti sono legati alle dimensioni del pene (‘sindrome da spogliatoio’) e alla forma dei genitali. La curvatura congenita del pene, ad esempio, è tra i disturbi che preoccupano di più. […] si verifica in 1 maschio su 100, ma […] richiede un intervento chirurgico solo se la curvatura supera i 30°.” Anche gli uomini sembrano rivolgersi al web per comprendere meglio i disturbi o la situazione che stanno vivendo: “Quando però bisogna risolvere il problema, c’è sempre il coinvolgimento dei genitori”, prosegue. “Meno dell’1% arriva alla visita specialistica senza che i genitori siano stati informati. L’educazione sessuale è imprescindibile e improcrastinabile, anche in Italia; un’educazione sessuale non più basata solo sull’anatomia e sulla fisiologia delle sessualità e della riproduzione ma sul rispetto e la condivisione delle scelte. Solo così, solo attraverso questa condivisione possono diminuire anche i femminicidi; non bastano le repressioni con leggi speciali; non bastano le scarpe esposte delle donne scomparse tragicamente. Serve un’educazione sessuale che inizi già dai primi anni di vita.”

I PRINCIPALI DISTURBI DELLE DONNE E DEGLI UOMINI

Tutte lo sanno, e tutte ne hanno sofferto: “Le giovani donne si confrontano soprattutto con il dolore mestruale e la sindrome premestruale, oltre che con le alterazioni del ritmo del ciclo e con i possibili sintomi associati, quali acne, irsutismo, caduta dei capelli, fragilità ossea,” dichiara Nappi. “Anche il dolore sessuale, in particolare la vulvodinia, cioè la sensazione di dolore a carico dei propri genitali esterni, è un problema che oggi si porta maggiormente nella consultazione medica.” Oltre alla cefalea legata al ciclo mestruale, in età più adulta e dopo il parto si possono manifestare problematiche depressive o legate alla sfera pelvica come lassità vaginale, calo del desiderio sessuale, incontinenza e disturbi urinari. “Il momento della menopausa, poi, può accompagnarsi a una serie di sintomi fastidiosi come le vampate di calore, i disturbi del sonno e del tono dell’umore, la nebbia cognitiva, i dolori osteoarticolari e i disturbi della sfera intima quale secchezza vaginale, dolore nel rapporto sessuale che interferiscono con la qualità della vita e con la performance familiare, lavorativa e sociale della donna dopo i 50 anni.”

Per gli uomini, i disturbi sessuali, come evidenziato anche da una ricerca dell’Associazione Andrologi Italiani, cominciano, in genere, dopo il fallimento della prima esperienza sessuale, dove è quasi inevitabile l’eiaculazione precoce. “I giovani spesso si recano dallo Specialista per disturbi della minzione o dell’eiaculazione”, afferma De Rose. “Tali patologie, apparentemente banali ma fortemente disturbanti, sono dovute a patologie sessualmente trasmissibili o a semplici prostatiti legate anche al consumo eccessivo di alcolici e superalcolici, disordini alimentari e l’uso eccessivo di moto o, più tra gli adulti, anche a un utilizzo eccessivo o non corretto della bicicletta”. Secondo una ricerca dell’ASS.A.I. pubblicata su Urologia, l’eiaculazione precoce e la disfunzione erettile sono tra i disturbi più diffusi e trasversali dai 18 anni, mentre tra i 15 e i 22 anni sono più ricorrenti disturbi quali fimosi (37,0%) e varicocele (39,0%); tra i 18 e i 35 anni, inoltre, le prostatiti o le malattie sessualmente trasmesse sono diffuse tra quasi 3 uomini Italiani su 10.

IL RUOLO DELL’INQUINAMENTO E L’IMPATTO DELLA PANDEMIA

Se ne parla molto ma mai abbastanza: se sono ormai noti gli effetti dell’inquinamento sulla salute, lo sono meno quelli sulla salute sessuale, e sulla fertilità soprattutto. Sull’uomo, ad esempio, “secondo una ricerca del prof. Carlo Foresta pubblicata su Human Reproduction, l’inquinamento contribuisce a una riduzione delle dimensioni del pene di 0,9 cm rispetto ai giovani di 15 anni fa, a una diminuzione del 23% del volume testicolare e una conseguente riduzione del numero degli spermatozoi”, avverte De Rose. A colpire la salute riproduttiva delle donne, anche le conseguenze della pandemia: “Oggi l’età del primo figlio in Italia è intorno ai 32 anni, e circa 1 coppia su 5 ha problemi di infertilità e si rivolge alla procreazione medicalmente assistita per soddisfare il proprio desiderio di genitorialità”, dichiara Nappi. “Il periodo Covid ha ulteriormente complicato la progettualità riproduttiva perché ha spostato il piano di vita su priorità differenti. Eppure, ritardare la riproduzione comporta sfide crescenti a causa della diminuzione del potenziale riproduttivo, noto come riserva ovarica, che diminuisce progressivamente nelle donne, diventando significativamente inferiore dopo i 40 anni. Inoltre, ci sono maggiori probabilità che nel tempo si manifestino condizioni riproduttive, come fibromi ed endometriosi, insieme a patologie croniche come ipertensione arteriosa, malattie tiroidee e diabete.”

QUANDO ANCHE LA MENTE FA LA PROPRIA PARTE

Il benessere fisico e mentale delle donne è fortemente influenzato dalle fluttuazioni degli ormoni femminili (estrogeni e progesterone), che variano durante il ciclo mestruale “e giocano un ruolo chiave nell’estetica, nel tono dell’umore e nella sessualità”, spiega ancora Nappi. “Il benessere maschile, invece, è guidato dagli androgeni, orientati verso la potenza sessuale. In questo senso, l’affermazione personale diventa una sfida in un mondo competitivo che porta a stress e disagio emotivo, con manifestazioni di inadeguatezza sessuale”, precisa De Rose. “È necessario, tuttavia, sfatare l’idea che i problemi legati al deficit erettivo siano prevalentemente causati da ansia e stress. In molti casi, tali disturbi hanno origini organiche, mentre ansia e stress sono spesso conseguenti al problema, e quindi secondari. Anzi – continua – nonostante debba essere affrontato rapidamente, lo stress in sé può essere considerato un elemento positivo, poiché in determinate situazioni fornisce una vera e propria ‘spinta’; al contrario, quando lo stress persiste per molto tempo crea degli impedimenti organici, soprattutto in campo sessuale.”

COPPIA. L’IMPORTANZA DI UNA COMUNICAZIONE APERTA E SINCERA

La prof.ssa Nappi e il prof. De Rose concordano nell’affermare che la salute sessuale all’interno di una coppia sia un elemento cruciale per il benessere relazionale ed individuale. “Quando i problemi non vengono affrontati insieme, ogni volta che si tenta di vivere la propria sessualità si pone l’attenzione esclusivamente sui disturbi o le preoccupazioni, e si compromettono il momento e la bellezza del rapporto sessuale”, afferma De Rose. “La comunicazione aperta e la comprensione reciproca sono fondamentali per affrontare le sfide legate all’intimità. Quando all’interno di una coppia non si comunica ed esiste anche un problema sessuale, le terapie, specialmente per i problemi di disfunzione erettile, funzionano poco… E, molto spesso, sono anche rifiutate.”

“[La donna] non deve fingere di provare piacere o nascondere il dolore, ma deve comunicare le proprie emozioni in modo da avere una sessualità appagante e paritaria”, aggiunge Nappi. “Quando si manifesta un problema sessuale nella coppia, bisogna ripartire da capo, riscrivendo la propria storia grazie al senso di intimità che si è condivisa e con l’aiuto degli Specialisti, se necessario, sia sul versante di cure farmacologiche che di consulenze psicosessuali individuali e di coppia. L’impressione è che le giovani di oggi cerchino una dimensione molto intima che non è fatta di una ricetta che va bene per tutte. L’educazione sessuale fornisce elementi generali di comprensione dei meccanismi della fertilità, dei metodi contraccettivi e della risposta sessuale, ma non parla sufficientemente di amore e non è di aiuto quando si percepisce la propria diversità sessuale, non tanto nell’orientamento e nella sua fluidità, ma nella modalità di vivere il rapporto con il sesso, che è profondamente evoluto al tempo dei social, e si è in parte complicato al tempo del Covid.” Ma per De Rose, i problemi del Covid-19, per la maggior parte della popolazione, sono ormai un ricordo lontano e, a eccezione di coloro che hanno avuto problemi medici seri e hanno richiesto una riabilitazione respiratoria o motoria, per tutti gli altri è ripresa la vita di sempre: “Sono aumentate le malattie sessualmente trasmesse e si utilizzano meno profilattici, come rilevato da un’indagine condotta da Durex”, afferma. “Sotto l’aspetto riproduttivo, i fattori maschili e femminili che ostacolano la gravidanza sono gli tessi di prima. Covid e vaccinazione – almeno per ora – non sembrano aver influenzato la sessualità maschile. Vedremo negli anni avvenire.”