II edizione del Corso organizzato dalla Chirurgia Plastica dell’ASST Papa Giovanni XXIII, il cui obiettivo è affinare la manualità dei Chirurghi per affrontare situazioni reali, specie di emergenza. I preparati anatomici umani da cadavere, non disponibili nel nostro Paese, sono stati importati dagli USA, spiegano gli organizzatori. Gli iscritti – circa 100 tra Medici interni, Specializzandi e studenti della School of Medicine and Surgery – grazie al tutoraggio dell’équipe di Chirurgia Plastica dell’Ospedale hanno potuto esercitarsi nelle suture delle ferite al volto e agli arti superiori, che su circa 100mila accesi al Pronto Soccorso contano ogni anno oltre 1.200 casi per questo tipo di traumi. Il corso Second Advanced Hands-on Cadaveric Suturing Course on Traumatic Wounds of the Face and the Upper Extremity è stato voluto e promosso dal direttore della Chirurgia Plastica, Marcello Carminati, che ne ha affidato il coordinamento al chirurgo plastico Denis Codazzi. Dopo una lezione teorica sulle ferite traumatiche dell’arto superiore e del volto, sulle ustioni e sulle ferite pediatriche, i partecipanti hanno potuto esercitarsi nelle migliori tecniche di sutura per singola sede corporea guidati da tutor esperti dell’équipe della Chirurgia plastica della Struttura.
Anche quest’anno, numerosi i frequentanti studenti del Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico Medicine and Surgery, realizzato in collaborazione tra l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università degli studi di Bergamo e l’ASST Papa Giovanni XXIII, che ha scelto di inserire il corso teorico-pratico di suture nel percorso di studi. “La possibilità di eseguire una procedura su cadavere permette di comprendere meglio l’anatomia e aumenta la confidenza nell’affrontare situazioni critiche”, afferma Codazzi. “Tutti i Medici e gli studenti di Medicina dovrebbero partecipare regolarmente a questi tipi di corsi. Acquisire precocemente competenze, precisione e abilità pratiche nelle suture permette ai futuri chirurghi di sviluppare skill fondamentali nella fase di avvio della carriera professionale. Questo permette infatti di offrire ai pazienti suture adeguate a livello di sicurezza e di qualità dei risultati estetici.”
In Italia, spiegano gli organizzatori, corsi analoghi sono “una rarità”, con i Chirurghi spesso costretti a frequentarli all’estero, in Paesi in cui la donazione post-mortem del corpo per la formazione medica è stata introdotta da tempo ed è diventata ormai una prassi comune. Per organizzare il Corso di suture a Bergamo, è stato necessario far importare i preparati anatomici umani dagli Stati Uniti: una ditta specializzata di Brescia si è occupata di organizzare la logistica del trasporto oltreoceano, dove esistono enti che, attenendosi a specifici codici etici, conservano i corpi di chi sceglie di donarli per finalità di ricerca dopo la morte. La possibilità di donare il corpo alla scienza è stata introdotta anche in Italia con la Legge n. 10 del 2020. “Ci sono discipline dove i moderni software di simulazione di realtà virtuale, anche in 3D, difficilmente potranno sostituire del tutto le necessità di training”, afferma Carminati. “Per un Chirurgo plastico, realizzare suture eleganti e resistenti insieme è parte integrante delle abilità irrinunciabili. Dobbiamo raggiungere livelli davvero sartoriali. Per anni a scopo di addestramento si è fatto ricorso a modellini, manichini o modelli animali, che non sempre però sono strumenti idonei. Avere a disposizione anche in Italia reperti anatomici da cadavere permette l’addestramento dei giovani Chirurghi sulle tecniche che dovranno praticare direttamente sui pazienti tutti i giorni.”