Screening, test genetici e opzioni terapeutiche innovative per combattere il tumore ai polmoni

Accrescere la consapevolezza sul tumore al polmone, sensibilizzare la popolazione sull’esistenza e sull’importanza dello screening come forma di prevenzione, informarla sulla possibilità di effettuare test di genetica molecolare per individuare l’eventuale presenza di mutazioni e sui benefici delle terapie adiuvanti per la malattia operabile e delle terapie farmacologiche innovative per i tumori non resecabili. Questi gli obiettivi della campagna di sensibilizzazione Nuove Opzioni. Nuovi Percorsi, promossa da AstraZeneca, con la collaborazione dell’Associazione Women Against Lung Cancer in Europe WALCE. Il tumore al polmone è oggi il big killer oncologico in Italia, con oltre 30mila decessi ogni anno; spesso nelle fasi iniziali della malattia non presenta sintomi. Circa 43.900 le nuove diagnosi stimate nel 2022 (29.300 uomini; 14.600 donne). È la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%). La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 16% negli uomini e del 23% nelle donne; sono 117.800 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore del polmone (77.200 uomini e 40.600 donne).

“Il carcinoma polmonare è chiamato big killer a causa delle statistiche relative all’alta mortalità della malattia. Il fattore di rischio principale di questa neoplasia è il fumo ed è quindi fondamentale focalizzare l’attenzione sulla prevenzione primaria e sulla consapevolezza della popolazione che uno stile di vita scorretto influisca fortemente sullo sviluppo della malattia”, dichiara il prof. Giorgio Vittorio Scagliotti, direttore Oncologia Medica AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO), ordinario presso l’Università degli Studi di Torino. “È ugualmente importante anche la prevenzione secondaria, perché le diagnosi che avvengono a seguito di interventi di screening permettono di individuare il tumore nelle fasi iniziali della malattia e di allungare così l’aspettativa di vita dei pazienti.”

I pazienti spesso sono inconsapevoli delle innovazioni terapeutiche disponibili, come le terapie adiuvanti o le alternative non chirurgiche con finalità curative, e spesso equiparano l’operazione chirurgica alla “guarigione”. In caso di diagnosi di tumore non resecabile, la scarsa consapevolezza del paziente sull’esistenza di opzioni terapeutiche alternative può generare “falsi miti”, come la “non operabilità” sinonimo di “condanna”. “Fino a poco tempo fa, la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia rappresentavano le uniche opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento del tumore al polmone”, afferma la prof.ssa Silvia Novello, ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino, presidente WALCE. “Grazie ad alcuni intensi programmi di ricerca e sviluppo, oggi operatori sanitari e pazienti hanno a disposizione terapie farmacologiche innovative che consolidano i risultati della chirurgia (terapie adiuvanti), che migliorano l’efficacia della chirurgia anche somministrate prima dell’intervento stesso oppure che possono costituire un approccio potenzialmente curativo nel caso in cui il tumore non sia operabile. Tra queste importanti innovazioni terapeutiche ci sono i nuovi farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoterapia che sono considerati trattamenti di prima scelta del tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC). È fondamentale quindi che le persone siano a conoscenza di tutte le opzioni terapeutiche a disposizione e la campagna Nuove Opzioni. Nuovi Percorsi si prefigge l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di una corretta informazione sul percorso di cura personalizzato per ciascun paziente. Ogni tumore al polmone è una storia a sé ed è necessario identificare percorsi ad hoc per ogni singolo paziente.”

Pochi sono a conoscenza dell’impatto di questa patologia, ancor meno sono le persone consapevoli dell’esistenza e dell’importanza dello screening che, se diffuso, potrebbe ridurre la mortalità del 20% nei soggetti più a rischio e che è in grado di individuare in anticipo la malattia permettendo l’accesso precoce alle terapie. Rete Italiana Screening Polmonare RISP è un programma multicentrico gratuito di diagnosi precoce del tumore al polmone che ha l’obiettivo di coinvolgere persone ad alto rischio, tra cui i forti fumatori per individuare precocemente la malattia. Approvato e finanziato dal Ministero della Salute nel 2021 con 2milioni di euro, il programma ha completato il primo anno di attività nei 18 Centri partecipanti. “Al 20 ottobre 2023, il database nazionale che raccoglie le adesioni di tutti i volontari, e permette di scegliere il centro e gestire tutto il percorso di screening, ha registrato 18.857 forti fumatori candidati al programma RISP, e 8.023 hanno già eseguito la prima TC del torace. L’Italia – dichiara il prof. Ugo Pastorino, direttore Chirurgia Toracica Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – è l’unico Paese della Comunità Europea ad avere un programma attivo su tutto il territorio nazionale che unisce la diagnosi precoce dei tumori polmonari e della patologia cardio-polmonare cronica con il supporto farmacologico alla cessazione del fumo. Per questo siamo stati scelti in 2 programmi di coordinamento e implementazione dello screening polmonare in Europa: 4-ITLR e Solace. RISP potrà ottenere nuovi finanziamenti europei nel 2024, ma è essenziale che la macchina organizzativa e l’attività di screening proseguano nei prossimi 2anni.”

La prevenzione, ricorda la campagna, ricopre un ruolo fondamentale per agire tempestivamente sui sintomi iniziali del tumore al polmone e sottoporre il paziente ad un percorso terapeutico unico e personalizzato, grazie a terapie innovative che aumentino la sopravvivenza e migliorino la qualità di vita dei pazienti. “Nell’ottica di ridefinire il paradigma di trattamento delle patologie oncologiche, la pipeline innovativa di AstraZeneca si pone l’obiettivo di offrire una cura per le principali neoplasie nei diversi setting terapeutici”, afferma la dott.ssa Alessandra Dorigo, head of Oncology AstraZeneca Italia. “Questo significa ricercare nuovi standard di cura che, grazie alle nuove classi di farmaci e ai nuovi meccanismi d’azione, migliorino la qualità di vita delle persone con patologie oncologiche. La sfida per i prossimi anni sarà accelerare il nostro impegno nel progresso scientifico e nella ricerca clinica superando gli ottimi risultati raggiunti nel 2023: 166 studi clinici attivi di cui 90 in Oncologia, 220 gli ospedali coinvolti e 1.179 i centri di sperimentazione attivi.”