Catania. “Convegno su infertilità nella donna e patologie uterine”

Denatalità in Italia: negli ultimi 60 anni, il numero medio di figli per donna è sceso da 2,70 a 1,20, e da oltre 40 anni non supera l’1,5. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie Italiane soffre di infertilità, una condizione che può riguardare entrambi i partner in egual misura. A livello globale, i dati Oms stimano che 1 persona su 6 sia affetta da problemi di fertilità. Nelle donne, alcune possibili cause di infertilità possono provenire da patologie uterine (polipi endometriali, fibromi uterini, aderenze endometriali, malformazioni uterine congenite) che possono ostacolare l’impianto dell’embrione. In questi casi, l’isteroscopia si rivela una procedura diagnostica e terapeutica di fondamentale importanza. Questo esame minimamente invasivo permette di visualizzare direttamente la cavità uterina grazie a un isteroscopio introdotto attraverso la cervice, consentendo di identificare e trattare eventuali anomalie che possano compromettere la fertilità. I temi sono stati discussi a Catania, nel corso del convegno Isteroscopia e Infertilità: dalla Diagnosi alla Soluzione, organizzato da idipharma.

“L’infertilità rappresenta una sfida crescente per molte coppie, e una corretta diagnosi è il primo passo fondamentale verso una soluzione efficace”, dichiara Alessandro Giuffrida, ginecologo e responsabile scientifico dell’evento. “In questo contesto, l’isteroscopia emerge come strumento diagnostico e terapeutico di primaria importanza. La procedura isteroscopica, minimamente invasiva, permette una valutazione diretta della cavità uterina, consentendo di identificare anomalie strutturali come polipi, fibromi sottomucosi, sinechie, malformazioni congenite, infezioni, RPOC (prodotti residui del concepimento, ndr), alterazioni strutturali (istmocele) o tissutali (iperplasia e cancro) che potrebbero compromettere la fertilità. L’isteroscopia diagnostica è particolarmente preziosa perché offre la possibilità di combinare diagnosi e terapia: questo esame non solo consente di individuare eventuali patologie, ma in molti casi permette anche il loro trattamento immediato. Inoltre nel percorso della paziente infertile l’isteroscopia si rivela particolarmente preziosa prima di intraprendere tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), ottimizzando le possibilità di successo”, prosegue. “La miomectomia isteroscopica, ad esempio – dichiara Ivan Mazzon – la rimozione precisa dei miomi sottomucosi, evitando cicatrici post-chirurgiche e garantendo le migliori possibilità procreative, inclusa la possibilità di un parto naturale.”

“Secondo le Linee Guida NCCN (National Comprehensive Cancer Network, ndr) e le raccomandazioni della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia SIGO, il trattamento standard [dell’infertilità nelle donne con tumore dell’endometrio] prevede un intervento chirurgico radicale”, spiega Valeria Masciullo. “Tuttavia, ciò escluderebbe la possibilità di una gravidanza. La chirurgia resettoscopica fertility sparing consente invece l’asportazione del tumore seguita da una terapia ormonale con progestinici ad alte dosi per almeno 6 mesi. Questo protocollo – conclude – sviluppato dalla collaborazione tra il prof. Ivan Mazzon e il nostro team al Policlinico Gemelli, sotto la guida del prof. Giovanni Scambia, ha permesso a oltre 200 donne di diventare madri nonostante la diagnosi di cancro.”