“A questo punto il dubbio diventa legittimo: che ci sia una volontà precisa, quasi scientifica, di escludere le donne. Altrimenti non si spiega. Stavolta ci rivolgeremo alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”, dichiara Rossana Berardi, presidente di Women for Oncology Italy, commentando il CdA dell’Agenzia Italiana del Farmaco Aifa tutto “al maschile” riunitosi per la prima volta in questi giorni dopo la nomina del nuovo presidente, Robert Giovanni Nisticò, e nel quale spicca la vistosa assenza di componenti donne. “Ormai abbiamo perso il conto di tutte le volte in cui solo uomini sono stati chiamati a far parte di tavoli tecnici di rilevante importanza”, continua Berardi. “L’ostinazione con cui si continua a farlo ignorando la grande componente femminile su cui si basano la professione medica e il mondo della ricerca lascia a questo punto pensare che ci sia davvero una volontà scientifica, quasi provocatoria di proseguire su questa strada. Non si può più restare a guardare: ci mobiliteremo presso le massime cariche dello Stato affinché si prenda atto istituzionalmente di una prassi anacronistica che non è più tollerabile.”
I precedenti non mancano: quello più clamoroso – ricorda W4O – meno di 1 anno fa, con l’istituzione del Tavolo Tecnico Ministeriale per la revisione degli standard della medicina del territorio, con 18 componenti tutti uomini; salvo poi “fare retromarcia trasformandolo in un tavolo-monstre di 76 membri pur di far rientrare ‘dalla finestra’ esperte e studiose accanto ai colleghi maschi”. “Non servono soluzioni tampone che tentano di porre rimedio ad un danno già fatto”, continua Domenica Lorusso, vicepresidente dell’Associazione W4O Italy. “Occorre lavorare prima su meccanismi decisionali ‘al maschile’ che, anche statisticamente parlando, non rispecchiano la realtà dei fatti: il mondo della Salute è in maggioranza netta composto da donne e la stessa ricerca scientifica va avanti con il contributo importante di scienziate donne. Possibile non ce ne sia mai una adeguata a ricoprire questi ruoli? La domanda è retorica, ma le risposte non arrivano: per questo abbiamo scritto a Giorgia Meloni, come presidente del Consiglio e donna capace, e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quale garante delle Istituzioni, per chiedere un incontro su questo tema. Siamo pronte a mobilitarci in ogni sede come Women For Oncology e abbiamo già il sostegno di molte altre Associazioni pronte ad affiancarci in questo percorso.”
“Purtroppo in Italia non si lavora in modo coerente per la parità di genere nel nostro settore e molte professioniste, me inclusa, hanno lasciato il Paese soprattutto per questo motivo”, dichiara Marina Chiara Garassino, past-president W4O Italy, da anni negli USA e oggi professoressa della University of Chicago. “Chi si impegna per la parità ottiene risultati in questo senso, penso a ciò che accade nelle Università americane, dove il sistema meritocratico è reale. La missione della nostra Associazione è proprio quella di reagire di fronte a questo problema per aprire la strada alle altre colleghe, specialmente le più giovani che ci guardano come modelli nonostante le difficoltà che noi stesse abbiamo dovuto affrontare per perseguire le nostre carriere.”