Per i pazienti del sud con dolore cronico una buona notizia arriva dalla Basilicata. A Rionero in Vulture, nei pressi di Potenza, è infatti operativo l’attrezzatissimo Centro di Terapia del Dolore dell’IRCCS CROB (Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata). Inserito nell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, il Centro è un “Hub regionale” per la diagnosi e i trattamenti avanzati di Terapia del Dolore, sia di natura oncologica che di altro tipo. Non a caso, è stato accreditato come struttura di eccellenza dal “World Institute of Pain”.
Il Centro di Rionero in Vulture, che può affrontare patologie di vario tipo, comprende: area di accoglienza presso il Day Surgery; sezione infermieristica, con sala per la preparazione dei farmaci; ambulatorio per visite; aree di degenza breve e monitoraggio pazienti; sala per le procedure medico-chirurgiche più semplici; sala operatoria attrezzata, dotata di fluoroscopia ed ecografia. La stretta collaborazione con gli Psicologi del Centro consente di porre particolare attenzione all’accoglienza dei pazienti e alla umanizzazione del rapporto, un aspetto di vitale importanza soprattutto per i malati oncologici e che aggiunge valore alle terapie farmacologiche e ai trattamenti di chirurgia antalgica.
Per il trattamento di patologie non di natura oncologica, a Rionero in Vulture vengono effettuati interventi di elettrostimolazione midollare e dei nervi periferici, così come l’impianto di pompe per l’infusione di farmaci per via spinale. Per i dolori più frequenti che riguardano, per esempio, la colonna vertebrale, sono previsti percorsi diagnostici e terapeutici mirati, mentre il dolore cronico articolare o la cefalea vengono affrontati con le più avanzate tecniche infiltrative (iniezioni di Plasma Arricchito di Piastrine PRP, tossina botulinica, ecc.).
“Abbiamo sviluppato una grande competenza nella diagnosi e terapia del dolore sia di origine neoplastica che non neoplastica”, commenta il Direttore del Centro Hub, dott. Pasquale De Negri. “Curiamo migliaia di pazienti provenienti dalla Regione o da zone circostanti e è importante che si sappia che in Basilicata c’è un Centro ospedaliero ‘vicino a casa’, in grado di offrire le cure più innovative ed appropriate, senza costringere a pesantissimi ‘viaggi della speranza’. Possiamo contare su équipe cliniche di altissimo profilo e su apparecchiature fra le più avanzate oggi disponibili. Solo nel 2016 abbiamo visitato oltre 1.500 pazienti, di cui 330 trattati chirurgicamente, affetti da patologie di vario tipo. A titolo di esempio posso citare, oltre al dolore cronico oncologico, le cefalee resistenti ai farmaci, la nevralgia del trigemino o le algie facciali, le angine intrattabili e le vasculopatie resistenti ai farmaci, la lombalgia e lombo sciatalgia (il diffusissimo ‘mal di schiena’), le stenosi del canale vertebrale e i dolori articolari, la spasticità, le fratture vertebrali. Ricordo – prosegue il De Negri – che fra gli interventi più avanzati praticati dal Centro rientra la stimolazione del midollo spinale (anche detta neuromodulazione), un’opzione ‘minimamente invasiva’ per i soggetti affetti da dolore cronico ai quali i farmaci tradizionali o altre soluzioni terapeutiche non abbiano apportato alcun sollievo. Questa tecnologia si è dimostrata di grande efficacia e possiamo contare su un numero elevato di pazienti che hanno recuperato una eccellente qualità di vita. Abbiamo tante storie positive da raccontare, per esempio quella di un paziente di 63 anni affetto da vasculopatia periferica grave, non suscettibile di alcun miglioramento con un intervento di chirurgia vascolare. Il paziente – racconta De Negri – è arrivato in ambulatorio lamentando dolori acuti agli arti inferiori dopo avere camminato per non più di 50-100 metri, dolori continui anche a riposo e crampi muscolari. La qualità di vita era ridotta del 90% impedendogli anche di passeggiare con il suo cane. L’impianto di uno stimolatore midollare ha portato al graduale miglioramento della sintomatologia dolorosa e alla scomparsa delle lesioni cutanee ai piedi a causa dell’insufficienza vascolare. A due anni dall’intervento, il paziente non sente più alcun dolore ed è in grado di svolgere una vita normale.”