
Numerose agenzie e quotidiani riportano che, secondo un notiziario del Partito Comunista locale, nella città di Qingdao, in Cina Orientale, che conta circa 10milioni di abitanti, i nuovi casi di Covid-19 sarebbero “490-530mila al giorno”. Pare però che le dichiarazioni dell’alto funzionario della Sanità siano state immediatamente censurate. Secondo la Commissione Sanitaria Nazionale Cinese, infatti, il giorno precedente sarebbero stati rilevati– in tutto il Paese – appena 4.103 nuovi contagi, senza decessi. I dati ufficiali relativi allo Shandong, provincia in cui si trova Qingdao, riportano solo 31 nuovi casi. A dicembre la Cina sostanzialmente cambiato la propria strategia al contrasto dell’epidemia, precedentemente fondata sull’approccio cosiddetto Zero Covid, eliminando i lockdown improvvisi, le lunghe quarantene e le restrizioni alla mobilità. Diverse le notizie che segnalano carenza di medicinali nelle farmacie, forte sovraccarico delle strutture ospedaliere ospedali e ritardi nelle pratiche di cremazioni e sepolture. La contestuale sospensione delle disposizioni sui test per lo screening e il tracciamento ha reso sostanzialmente impossibile il monitoraggio, tanto da indurre le autorità perfino a modificare la definizione medica di “morte per Covid”, nel tentativo di abbassare ulteriormente le stime ufficiali di decessi attribuibili all’infezione, riportano le agenzie. Secondo il giornale cinese Economic Observer, in un articolo poi rimosso da internet, a Pechino starebbero giungendo medici e infermieri da altre province, in particolare dallo Hunan (nella Cina interna) e dalle province orientali del Jiangsu e dello Shandong. Lo scenario sarebbe infatti ulteriormente aggravato dalla carenza di personale medico-sanitario, nonostante nelle strutture continuino a lavorare medici e infermieri contagiati. “La carenza di personale – riporta l’AGI – si registra anche in un altro settore sottoposto a forte stress, quello delle consegne: grandi gruppi come JD, Cainiao e Sf stanno reclutando personale da Shanghai e dalle zone limitrofe alla metropoli (Jiangsu e Zhejiang) ma anche dallo Heilongjiang, nell’estremo nord-est cinese, per soddisfare le esigenze dei residenti nella capitale, soprattutto per quanto riguarda le consegne di medicinali, mascherine e kit per il tampone. Meituan, uno dei giganti del settore, ha dichiarato di avere aumentato il personale operativo nella capitale del 215% in 1 solo giorno, la settimana scorsa.”
La situazione del sistema sanitario cinese e dei contagi preoccupa ovviamente anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha chiesto a Pechino di condividere i propri dati sulla situazione dell’epidemia nel Paese. Secondo gli epidemiologi cinesi, da qui fino alla metà di marzo 2023, la Cina potrebbe assistere ad altre 2 ondate di contagi, oltre a quella in corso, che si svilupperebbero in coincidenza con le festività del capodanno lunare – che nel 2023 ricorre il 22 gennaio – per via dei numerosissimi spostamenti previsti su tutto il territorio.