Prostatiti: impariamo a riconoscerle

Le prostatiti sono delle infiammazioni della prostata che possono interessare giovani e meno giovani, e per questo sono presenti a tutte le età. Anche i sintomi sono variegati e molti differenti tra loro e rispecchiano la complessità dell’infiammazione della ghiandola prostatica. Essi sono costituiti dall’aumento della frequenza ma anche difficoltà a iniziare la minzione con bruciori, febbre, dolori perineali e difficoltà a stare seduti. Si tratta di una patologia molto frequente, anche a causa delle malattie sessualmente trasmesse, del consumo eccessivo di alcol, caffè, cibi piccanti, spezie, sedentarietà: oggi il 25% di tutte le visite ambulatoriali uro-andrologiche sono dovute a prostatite e, come ribadito più volte dagli urologi e dagli andrologi, si stima che il 50% degli uomini, almeno una volta nella vita, vada incontro a questo disturbo.

Ma la questione delle prostatiti è talmente complessa che, per cercare di fare chiarezza, gli esperti europei e americani hanno classificato queste infezioni in 4 forme.

Le prima è la prostatite acuta, che si manifesta con bruciori, aumento della frequenza e urgenza minzionale, spesso anche febbre. Negli esami colturali (spermiocoltura, tamponi uretrali o test di Stamy) si evidenziano germi, quasi sempre di origine intestinale, che vanno combattuti con terapia antibiotica e per lunghi periodi, proprio per evitare che l’infiammazione cronicizzi (secondo tipo); anche in questo caso l’infiammazione cronica è sostenuta da germi e oltre agli antibiotici sono spesso necessari miorilassanti del collo vescicale (alfalitici) e antinfiammatori. Il terzo tipo è la prostatite cronica abatterica (CPPS, sindrome dolorosa), cioè senza riscontro di germi; questa si caratterizzata per dolore pelvico, disturbi della minzione, diminuzione della libido, eiaculazione dolorosa e problemi erettivi. Spesso però i disturbi non sono continui ma si alternano a periodi di relativo benessere.

I maggiori imputati di queste forme, come riportato in una recente metanalisi di JM Cohen, sembrano essere proprio gli estrogeni, ormoni femminili presenti anche nel maschio. Gli estrogeni sono capaci di attivare il fenomeno dell’infiammazione e sembrano essere un obiettivo da colpire anche dal punto di vista terapeutico.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE PROSTATITI

Validata dal National Institute of Health nel 1999, essa comprende 4 categorie:

I PROSTATITE BATTERICA ACUTA infezione acuta della prostata
II PROSTATITE BATTERICA CRONICA infezione cronica della prostata / uretriti ricorrenti
III PROSTATITE ABATTERICA CRONICA (anche CPPS, chronic pelvic pain syndrome, sindrome dolorosa pelvica cronica) dolore pelvico con sintomi minzionali e/o sessuali variabili / dolore pelvico cronico in assenza di infezione dimostrabili
IIIa dolore pelvico cronico infiammatorio alto numero di leucociti nel seme o nel mitto terminale
IIIb dolore pelvico cronico non infiammatorio basso numero di leucociti nel seme o nel mitto terminale
IV PROSTATITE INFIAMMATORIA ASINTOMATICA assenza di sintomi in presenza di segni di infiammazione nel seme, nel mitto terminale o in frammenti bioptici