Le complicanze renali del lupus eritematoso sistemico (LES). La nefrite lupica

Circa il 40% dei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES) svilupperà la nefrite lupica (NL) a 2 anni dalla diagnosi e il 10% di questi manifesterà una NL attiva severa. Il rischio di mortalità nei pazienti con NL è circa 6 volte superiore a quello della popolazione generale. Oggi, c’è però una nuova importante opzione terapeutica, che risponde anche ai bisogni dei pazienti con nefrite lupica: “I dati dello studio BLISS-LN – commenta Barbara Grassi, direttore medico e scientifico GSK – evidenziano che belimumab, aggiunto alla terapia standard nella gestione della nefrite lupica attiva, porta a un miglioramento degli esiti a lungo termine per i pazienti, aumentando i tassi di risposta alle terapie e ritardando l’ulteriore progressione della malattia renale”.

“L’autorizzazione per l’impiego di belimumab nella nefrite lupica è un importante risultato per il trattamento di questa grave complicanza per diversi motivi”, dichiara la prof.ssa Gabriella Moroni, Department of Biomedical Sciences, Humanitas University, Milano. “In primo luogo, perché con questo farmaco si arricchisce lo scarno armamentario terapeutico per questa forma, ma anche e soprattutto in quanto, oltre ad aumentare il numero di risposte al trattamento standard, belimumab ottiene tali risultati con un netto risparmio di corticosteroidi che sono i principali responsabili della morbilità in questi pazienti. Non meno importante, questo farmaco è l’unico che ad oggi ha dimostrato di ridurre il numero di riacutizzazioni renali che sono tra le principali cause di perdita della funzione renale. Infatti – conclude – nel medio termine i dati disponibili dimostrano che il suo utilizzo riduce la perdita di funzione renale.”