
INGA Istituto Nazionale del Ghiaccio, da sempre in prima linea per promuovere l’adozione di precauzioni igieniche nella produzione, nello stoccaggio e nella distribuzione del ghiaccio, richiama l’attenzione sul tema consapevole del fatto che non sempre questo prodotto viene considerato come un alimento e dunque trattato con le dovute accortezze igienico-sanitarie. Per sopperire a questa mancanza, è nato il Manuale di Corretta Prassi Igienica per la Produzione di Ghiaccio Alimentare, approvato dal Ministero della Salute: un documento agile e esaustivo dedicato all’industria e alle medie e medio-piccole realtà commerciali di auto-produzione, con utili riferimenti anche per chi produce il ghiaccio in forma domestica.
Nei piccoli esercizi che autoproducono ghiaccio, accade infatti che non sempre si utilizzi acqua con i requisiti necessari a renderla idonea al consumo umano; non sempre si effettuino con continuità le operazioni di sanificazione delle macchine produttrici e delle attrezzature utilizzate per lo stoccaggio; non si abbia alcuna evidenza e certezza che tutti i materiali che vengono a contatto col ghiaccio siano idonei né vi sono procedure chiare e scritte su come gli addetti debbano manipolare il ghiaccio o su come questo vada stoccato e movimentato. In pratica, produzione, conservazione e somministrazione di ghiaccio sono attività che oggi, nella maggioranza dei casi, non vengono eseguite in maniera corretta. È dunque fondamentale fare informazione, spiegando agli addetti ai lavori e non solo come questo alimento vada trattato.
“Molti bar, discoteche, pub, ristoranti e altri operatori del settore turistico e ristorativo anche in Italia, producono ghiaccio che non può essere considerato alimentare, utilizzandolo, lecitamente, per raffreddare le bottiglie e illecitamente a diretto contatto con alimenti e bevande”, spiega il dott. Carlo Stucchi, presidente INGA. “Anche il ghiaccio prodotto da appositi macchinari, spesso risulta non a norma poiché la macchina non viene sottoposta alle necessarie operazioni di pulizia, manutenzione e sostituzione dei filtri. E in caso di produzioni domestiche, l’attenzione igienica non è certo maggiore. Per questo, il primo passo dovrebbe essere proprio quello di includere queste importanti attività di produzione alimentare nel sistema HACCP e contemporaneamente lavorare per la diffusione del Manuale, uno strumento inedito per completezza, autorevolezza e specificità dei temi trattati che indica per la prima volta tutte le norme necessarie a garantire che il ghiaccio arrivi al consumatore privo di contaminanti fisici, chimici, ma soprattutto biologici.”