In Italia, ben 14milioni di persone sono over65: 1/4 della popolazione si confronta quindi quotidianamente con le esigenze, i problemi, le patologie correlate all’età avanzata, ma anche con le aspettative di una vita soddisfacente, con un’attenzione particolare alla sessualità e a quanto è necessario per preservare a lungo identità e rapporti di coppia. Se ne parlerà in un Convegno scientifico organizzato dalla Società Italiana di Andrologia SIA, in programma a Milano il 12 e 13 dicembre 2024, cui prenderanno parte Urologi, Andrologi, Sessuologi, Psicologi e operatori sanitari di tutta Italia per confrontarsi sulla prevenzione della salute sessuale maschile. Fra i temi principali, la possibilità di preservare la funzione erettile nell’anziano, di cui parlerà il dott. Enrico Conti, specialista in Urologia e Andrologia, già Primario Urologo a La Spezia: “[Vi è una] crescente attenzione degli uomini Italiani per questi aspetti, nonostante il pubblico maschile, a prescindere dall’età, sia in genere reticente (1 uomo su 8 non si è mai rivolto a un urologo e solo il 10-20% si sottopone a visite preventive) e il Servizio Sanitario Nazionale presenti innumerevoli criticità legate alle liste d’attesa, al difficile accesso alle terapie, al gap fra Regioni”, spiega. “Una delle domande più frequenti dei maschi della terza età è come preservare, conservare, prevenire i problemi legati alla disfunzione erettile, cioè l’incapacità, ricorrente o costante, di raggiungere o mantenere un’erezione adeguata nel rapporto sessuale, una patologia che coinvolge circa la metà degli uomini Italiani all’età di 70 anni.”
Secondo la Letteratura scientifica e le statistiche, il primo approccio per il trattamento della disfunzione erettile è farmacologico. In molti casi, però, la risposta ai trattamenti orali o iniettivi, con prostaglandine iniettate direttamente nel tessuto del pene, può risultare inadeguata. Non va dimenticato che la maggior parte delle disfunzioni erettili gravi, ovvero cosiddette end-stage o non-responder a terapia farmacologica, sono secondarie a un intervento di prostatectomia radicale per tumore della prostata. Ogni anno, nel nostro Paese vengono infatti diagnosticati 40mila tumori alla prostata, circa 20mila dei quali sono trattati chirurgicamente. La moderna tecnologia sanitaria mette a disposizione soluzioni terapeutiche, efficaci e risolutive, anche per pazienti di questo tipo: si tratta delle protesi peniene, innovazione che può concretamente restituire una normale vita sessuale e una buona qualità di vita. Le protesi peniene vengono impiantate mediante intervento chirurgico e possono essere di diversa tipologia, semirigide o idrauliche, e consentono un’erezione non dissimile da quella naturale, con la medesima sensibilità e capacità di orgasmo, di eiaculazione e immutata funzione urinaria. Tutte le componenti della protesi sono impiantate all’interno dei genitali e non sono visibili dall’esterno, elemento fondamentale per l’accettazione e la rassicurazione dei pazienti, che peraltro riferiscono un elevato tasso di soddisfazione per tale terapia.