
I dati diffusi dal Ministero della Salute ieri devono preoccupare non tanto per i nuovi contagi (4.619 rispetto ai 5.456 della giornata precedente ma con 85.442 tamponi, quasi 20mila in meno) quanto per i ricoveri e i decessi. È dallo scorso giugno che non si verificavano tanti decessi: allora furono 49, oggi 39 contro i 26 del giorno prima. Il totale delle vittime sale così a 36.205. Ma altrettanto preoccupante è il numero dei ricoveri: quelli in regime ordinario sono 302 in più (ieri 183), 4.821 in tutto, mentre le terapie intensive salgono di altre 32 unità (ieri 30), per un totale di 452. Infine, le persone in isolamento domiciliare sono 77.491 (+3.355).
La Regione con più casi è la Lombardia (696), seguita da Campania (662), Toscana (466) e Lazio (395). Il totale dei casi dall’inizio dell’epidemia arriva così a 359.569. In calo i guariti, 891 oggi contro i 1.184, per un totale di 240.600. Ma, come detto, la preoccupazione non è tanto per il numero dei nuovi contagi asintomatici quanto per il numero di quelli sintomatici e, quindi, dei ricoverati, sia nelle corsie che nelle rianimazioni degli ospedali. Entrambi aumentano la pressione sulle strutture ospedaliere, che devono dedicare personale medico, paramedico, OSS (operatori socio sanitari) e spazi ai nuovi pazienti infetti. Tutto questo comporta una riduzione di interventi per il trattamento altre patologie, oncologiche e non, ma per questo non meno gravi, proprio come è avvenuto nella prima parte della pandemia. Senza contare che ancora oggi non sono stati smaltiti del tutto gli interventi arretrati, che si erano accumulati tra gennaio a fine maggio scorso.