La tubercolosi colpisce nel mondo 10 milioni e 400mila persone; 480mila pazienti sviluppano una forma multi-resistente (MDR-TB), che diminuisce i tassi di successo della terapia. In Italia i casi di tubercolosi sono oltre 3600 e quasi 500 sono resistenti alla rifampicina, uno degli antibiotici più usati per il trattamento della malattia. Ma buone notizie arrivano per la lotta contro la tubercolosi, in particolare per le forme polmonari multi-resistenti. È infatti ora disponibile in Italia delamanid, il farmaco che, dagli studi clinici, ha dimostrato di ridurre i tassi di mortalità e aumentare del 53% il numero di pazienti in grado di ottenere la conversione della coltura dell’espettorato (SCC). La tubercolosi, malattia contagiosa che si trasmette per via aerea attraverso il batterio Mycobacterium tuberculosis, ha ormai assunto le forme di una vera e propria emergenza sanitaria. La resistenza ai farmaci rende il trattamento più lungo e complicato e diminuisce i tassi di successo della terapia, che si stima non superino il 50% dei casi.
Delamanid ha un potente effetto antibatterico contro il Mycobacterium tuberculosis; è la prima combinazione approvata nella classe dei nitro-dihydro-imidazooxazoles. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inserito nella “Model List of Essential Medicines” ed è indicato per il trattamento in combinazione della tubercolosi polmonare multi-resistente nei pazienti adulti quando non è altrimenti possibile istituire un regime terapeutico efficace per ragioni di resistenza o di tollerabilità.
“La tubercolosi multi-resistente resta un’importante minaccia alla sanità pubblica globale e curare questa malattia, in particolare quando il batterio è resistente a molti farmaci, può rivelarsi difficile”, dichiara Enrico Girardi, direttore di Epidemiologia Clinica dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, Roma. “Negli ultimi anni, è ripresa la ricerca sui farmaci contro la tubercolosi e oggi salutiamo la disponibilità di un nuovo farmaco per la tubercolosi resistente come una buona notizia per le persone affette da questa malattia e per i medici impegnati a contrastarla.”