DOMANDA
“Da circa 1 anno ho difficoltà a completare il rapporto sessuale, ma molte volte anche ad iniziarlo. Ho 48 ani, sono lievemente iperteso (150/100), un po’ sovrappeso e curo l’ipertensione da circa 6 mesi. Può essere un problema psicologico?”
RISPOSTA
Quando il disturbo dell’erezione si instaura in maniera improvvisa, repentina, quasi sicuramente la causa è psicologica. Al contrario, quando il deficit di erezione si instaura in maniera progressiva e graduale nel corso di mesi o anche più di 1 anno, allora l’origine può essere organica. In ogni caso, bisogna capire sempre l’origine per offrire la soluzione più appropriata. Nel caso di un soggetto iperteso, il deficit erettivo può dipendere da un danno arterioso e/o dalla stessa terapia antipertensiva. Il primo, nel corso degli anni, determina una diminuita elasticità e successivamente una riduzione del lume delle arterie. La conseguenza a livello sessuale è una minore portata di sangue ai corpi cavernosi attraverso le arterie pudende interne, le arterie cavernose e dorsali, dx e sn, e quindi una maggiore difficoltà prima a mantenere, ma successivamente anche ad ottenere, una erezione soddisfacente o comunque sufficiente per un rapporto sessuale. La terapia, a seconda del farmaco antipertensivo utilizzato, può poi contribuire al disturbo sessuale in vario modo: ad esempio, i diuretici tiazidici sono i più “pericolosi” per la sessualità, in quanto aumentano la risposta contrattile della muscolatura vasale alla angiotensina II, alla noradrenalina e agli ioni calcio, mentre quelli più “tranquilli” sarebbero gli ACE-inibitori. I beta-bloccanti diminuiscono la secrezione di testosterone, con riduzione della libido, mentre i calcio-antagonisti potrebbero diminuire la secrezione di ossido nitrico (NO), elemento importante per l’avvio delle reazioni che portano all’erezione.
Come si può intuire, la condizione è abbastanza complessa, e non è sufficiente una compressa per risolvere il problema: perché anche le terapia abbia successo, e sperare nella ripresa funzionale, è necessario rimuovere la causa. Praticamente, sarà quindi necessario valutare lo stato delle arterie peniene (attraverso l’ecocolordoppler dinamico), i valori ormonali nonché il grado dell’ansia reattiva al problema, che in questi casi è quasi sempre presente. Ma prima di tutto, sarà necessario un attento colloquio con il soggetto in difficoltà.