Il mese di settembre è dedicato alla sensibilizzazione sul dolore cronico, condizione che colpisce più di 10milioni di persone in Italia, e che pone sfide non soltanto fisiche, ma anche barriere mentali e emotive talvolta non pienamente riconosciute. Da una recente indagine, condotta da Censuswide e commissionata da Boston Scientific nel luglio 2024 in Italia, Regno Unito e Germania, emerge l’aspetto multidimensionale della patologia, evidenziando come possano essere presenti anche privazione del sonno, depressione e ansia. L’effetto invalidante del dolore cronico sulla qualità della vita è considerevole: oltre il 60% dei partecipanti riferisce un’influenza negativa sulla propria salute mentale, con affaticamento (42%) e stanchezza costante (49%) come sintomi principali.
In Italia la situazione è particolarmente importante, con l’87% di tutti gli intervistati che presenta sintomi di depressione, un dato più elevato rispetto agli altri Paesi inclusi nello studio (Germania, 70%; Regno Unito, 81%). Anche la privazione del sonno emerge come un fattore significativo: ne soffrono quasi tutti gli intervistati (97%), e circa 1 su 4 la sperimenta quotidianamente. I dati rivelano anche una lotta contro lo stigma e l’incomprensione, con risultati che evidenziano una marcata riluttanza a discuterne apertamente, soprattutto tra le donne, di cui il 22% evita di parlarne rispetto al 15% degli uomini.
Il dolore cronico, definito come dolore fisico persistente (o ricorrente) che dura più di 3 mesi, è una condizione che spesso viene sottodiagnosticata e sottotrattata. “Il dolore cronico è una condizione complessa in cui i sintomi fisici e le difficoltà emotive e psicologiche sono strettamente interdipendenti”, dichiara il prof. Marco Mercieri, direttore dell’Unità Operativa di Terapia del Dolore dell’AOU Sant’Andrea di Roma. “Con la giusta terapia, il paziente può riprendere il controllo della propria vita.”
La ricerca rivela che solo il 13% degli intervistati in Italia si rivolge a medici e psicologi per un aiuto professionale, sottolineando la necessità di interventi che incoraggino la ricerca di un supporto qualificato. Ogni persona e ogni dolore sono unici, e i dati dell’indagine suggeriscono che una terapia del dolore personalizzata, in collaborazione con un professionista sanitario, ha maggiori possibilità di successo. “Per migliorare l’efficacia del trattamento e la qualità delle cure, è fondamentale aiutare i pazienti ad aumentare la consapevolezza della propria condizione”, afferma Alessandro Cappiello, Country lead Italia di Boston Scientific. “In questo modo, possono avere una conversazione più aperta e informata sulle opzioni di trattamento disponibili per loro.”
L’indagine ha coinvolto 3.009 persone in Italia, Germania e Regno Unito, di età superiore ai 16 anni, affetti da dolore cronico, definito come dolore continuo e di lunga durata che dura da più di 12 settimane. I 1.000 intervistati Italiani comprendono 559 uomini, 440 donne, 1 persona non-binaria e 1 non specificata. Maggiori informazioni sul dolore cronico, inclusa una lista di Centri per il dolore, sono disponibili sul sito controllailtuodolore.it.