Elacestrant, degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERD), si candida a diventare il nuovo standard di cura per il trattamento del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico, compresi i pazienti il cui tumore presenta mutazioni del recettore degli estrogeni (ESR1). Sono queste le conclusioni dello studio internazionale Emerald, presentati in occasione del San Antonio Breast Cancer Symposium 2021. In particolare, i risultati indicano che elacestrant, somministrato per via orale, ha ridotto del 30% il rischio di progressione della malattia o di morte rispetto alla terapia endocrina standard (SOC, standard of care). Nel sottogruppo di pazienti con mutazioni ESR1, elacestrant ha ridotto del 45% il rischio di progressione della malattia o di morte rispetto alla terapia ormonale standard (SOC). Inoltre, rispetto a fulvestrant, altro farmaco utilizzato per questo tipo di malattia, elacestrant ha dimostrato un prolungamento della sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS, progression free survival) statisticamente significativo e ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 32% nella popolazione generale e del 50% nel sottogruppo di pazienti con mutazioni del recettore degli estrogeni. Tra gli effetti collaterali: nausea 2,5%; vomito 0,8%; diarrea 0%.
“I pazienti con carcinoma mammario ER+/HER2- avanzato o metastatico già trattato hanno attualmente opzioni terapeutiche limitate a causa dello sviluppo della resistenza alla terapia endocrina da precedenti linee di trattamento”, commenta il dott. Aditya Bardia, MD, oncologo presso il Mass General Cancer Center, Harvard Medical School e principal investigator dello studio. “Elacestrant – come primo SERD orale – ha il potenziale per diventare un nuovo standard di cura, visti i risultati ottenuti rispetto a fulvestrant (intramuscolare) e allo SOC nella popolazione generale e nel sottogruppo di pazienti ESR1. Nel prossimo futuro, elacestrant offrirà ai pazienti, alle loro famiglie e agli operatori sanitari un’opzione di trattamento efficace e sicura come monoterapia orale.”
“Siamo estremamente soddisfatti dei risultati dello studio Emerald”, commenta Elcin Barker Ergun, AD del Gruppo Menarini. “I dati sembrano dimostrare che elacestrant possa rappresentare un’alternativa orale ben tollerata ed efficace rispetto a fulvestrant e allo SOC in seconda/terza linea, per i pazienti affetti da carcinoma mammario avanzato o metastatico, compresi i pazienti il cui tumore presenta mutazioni ESR1, uno dei sottogruppi più difficili da trattare in questo ambito. È nostra intenzione sottomettere il dossier alle autorità regolatore negli Stati Uniti e nell’Unione Europea nel 2022 visti i risultati positivi di sicurezza ed efficacia e grazie a tutti i pazienti, le loro famiglie e gli operatori sanitari che hanno preso parte a questo importante studio clinico.”
Menarini prevede inoltre di avviare gli studi di combinazione e altre attività di ricerca in nuove linee di terapia, quali il setting adiuvante, consentendo un utilizzo più ampio di elacestrant per soddisfare i maggiori bisogni terapeutici per i pazienti con carcinoma mammario ER+/HER2-.