Il giardino e l’orto terapia, oltre alla varietà delle esperienze motorie e sensoriali, stimolano l’attività cognitiva e l’attenzione, l’apprendimento e la capacità di pianificare le azioni quotidiane. È stato evidenziato come il ruolo attivo nella cura dei fiori, piante e piccoli ortaggi portino a una diminuzione del disturbo del comportamento, rafforzando il senso di autostima e le capacità di socializzazione. E cosa c’è di più bello che partire dall’evento dell’anno, l’Euroflora di Genova?
EUROFLORA, AMORE PER I FIORI
La varietà dei colori è immensa, la quantità dei fiori numerosa, la coreografia eccellente e ospitale, i prezzi dei bulbi e ai punti di ristoro quasi proibitivi. Ma a parte questo, e le ninfee che non vogliono spuntare, l’undicesima esposizione è stata certamente uno sforzo importante da parte degli organizzatori, premiato fino a oggi da più di 210mila visitatori. Tutto questo vuol dire una cosa sola: un bel risultato che ha spinto tante persone non solo a visitare l’esposizione e fotografarne i fiori, ma anche – come abbiamo avuto modo di sentire, soprattutto tra ragazzi e ragazze – ma anche a voler iniziare a coltivare fiori e orti, magari anche sul balcone di casa. Insomma, Euroflora è anche spunto educativo per giovani e meno giovani.
FIORI E BENESSERE, GLI STUDI
E questo è un bene perché, come ormai sancito da numerosi studi scientifici, il giardinaggio e l’orto fanno bene alla salute. L’ortoterapia comprende infatti le attività “nel” o “con” il verde, che vanno dal giardinaggio alla coltivazione di piante e ortaggi; effetti positivi possono derivare anche dalla cura di una singola pianta da interno. Questo tipo di attività permette la stimolazione del tatto, dell’udito, dell’olfatto e della vista. Pensiamo, per esempio, al benessere psico-fisico derivante dall’osservare alberi e fiori oppure dall’annusare delle specifiche piante aromatiche. Lo dicono le esperienze internazionali, in particolari inglesi e americane, e i risultati delle attività realizzate in diversi centri specializzati e ospedali degli Stati Uniti. La “Horticultural Therapy”, ovvero la cura dell’orto, può essere annoverata tra le terapie non farmacologiche che donano benessere psico-fisico ai malati di Alzheimer. Lo hanno capito bene negli Stati Uniti, dove questa terapia alternativa viene praticata, da circa quarant’anni, in centri specializzati e nei reparti di ospedali di fama internazionale come l’Ospedale Universitario di New York, sede anche di corsi per studenti. Nei casi di demenza, mantenere l’autonomia della persona il più a lungo possibile è un obiettivo primario e la cura delle piante raggiunge questo scopo, perché l’attività cognitiva viene stimolata, in particolare l’attenzione e la capacità di pianificare le azioni. I benefici di questa pratica non finiscono qui: si va ad agire sulla “sick building syndrome” o disturbo da ambiente chiuso, che spesso è presente in coloro che, per motivi di cura, di sicurezza o di instabilità motoria, trascorrono la quotidianità in un luogo con pochi spazi aperti. Fondamentale, soprattutto durante quelli che sono i primi stadi della malattia, è stimolare la motricità fine e l’ortoterapia è una pratica vincente per questo obiettivo. Ma non vengono stimolati solo gli aspetti cognitivi e motori: numerose ricerche evidenziano una diminuzione dei disturbi comportamentali e del vagabondaggio, il cosiddetto “wandering”, tra coloro che soffrono di Alzheimer o altro tipo di demenza e che hanno praticato l’ortoterapia. Inoltre, curare le piante risponde a quelli che sono i bisogni emotivi e affettivi dei pazienti.
AMERICA E INGHILTERRA FAUTORI DELLA ORTOTERAPIA
Partita in America e Inghilterra, questa terapia della natura ha fatto il giro del mondo: molti sono i giardini progettati in Italia per i malati di Alzheimer dove si riproducono spazi verdi simili a quelli con cui il paziente è stato in contatto nella sua precedente quotidianità e che in molti soggetti sono in grado di stimolare il desiderio di prendersi cura di un essere vivente da proteggere.