
“Il maggior numero di casi sono disturbi dei dischi invertebrati, entesopatie, mononeuriti degli arti superiori, ma nella top 5 dei guai fisici anche sordità e spondilosi. Nel 2022 le denunce di malattie professionali in agricoltura sono cresciute del 9,5%; riguardando 10.041 soggetti, contro i 9.167 dell’anno precedente. Questo dato ci restituisce una fotografia che stona con l’immaginario collettivo, che vede l’agricoltore vivere e lavorare in ambienti sani e naturali.” È quanto emerso in occasione di un seminario nazionale, organizzato dal patronato Inac-Cia, durante il quale è stato fatto il punto sulle malattie professionali tra gli addetti del settore primario. “La realtà è ben più fosca e fare l’agricoltore comporta, anche oggi, un’usura fisica importante e lo espone, in alcuni casi, a gravi malanni. Questa situazione è emersa con grande chiarezza nel corso dei lavori dell’iniziativa promossa […] a Roma dal Patronato Inac della Cia-Agricoltori Italiani, dove è stato evidenziato che il dato delle domande di riconoscimento delle malattie professionali sarebbe ben più alto, e non lo è perché la maggioranza degli agricoltori ignora il sistema delle tutele previste nel nostro Paese per le patologie connesse al lavoro. Ad occuparsi di questa importantissima partita è l’Inail, che ha accolto l’invito del patronato Inac a fare una giornata di formazione e informazione, partecipando ai lavori con 2 dirigenti di primissimo piano dell’Istituto, Tommaso De Nicola e Stefano Rossi.”