
Anche la clinica Mangiagalli, come stabilito dal Tribunale di Milano, dovrà assicurare la diagnosi preimpianto precedentemente rifiutata a una coppia che ne faceva richiesta. Questa decisione fa seguito al lieto annuncio di pochi giorni fa, quando l’Associazione Coscioni ha celebrato la nascita dei tre bimbi che hanno cambiato la Legge 40 (sulla Fecondazione Assistita); bambini che non sarebbero mai nati senza la battaglia nei tribunali condotta dai loro genitori insieme all’Avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni.
“Questo dimostra come la PGD (Diagnosi Genetica Preimpianto) su malattie gravi rappresenti una prestazione essenziale di assistenza. In altri termini, in linea con la sent. 96/15 della Corte Cost., vi è un criterio omogeneo di gravità della patologia, dell’embrione (ex legge 40/04) come del feto 8 (ex legge 194/78), in forza del quale a tutela della salute della donna sussiste la pretesa ad effettuare la diagnosi genetica sull’embrione prima per evitare un aborto terapeutico del feto dopo. Concedere alla donna una tale possibilità non può rientrare nella discrezionalità dell’azienda sanitaria, essendo parte del diritto soggettivo alla procreazione cosciente e responsabile per il quale non può sussistere differenza tra riproduzione naturale o medicalmente assista”, dichiara l’avv. prof. Gianni Baldini, membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni nonché legale della coppia protagonista del “Caso Mangiagalli.
“Oggi una nuova decisione – commenta l’avv. Filomena Gallo – afferma diritti riconosciuti dalle Corti, ma disconosciuti dalla politica. Continueremo in ogni sede ad affermare libertà e diritti delle persone, ma la politica deve prendere atto della sconfitta reale di strategie proibizioniste che non appartengono più a questo tempo. Esiste un tempo, quello attuale, per prendere atto di tutto ciò e iniziare ad affermare pienamente il diritto alla scienza, alla salute, alla prevenzione, all’uguaglianza in un Paese democratico.”