
Una diagnosi precoce, un approccio multidisciplinare, la condivisione dei percorsi di cura ottimali diventa cruciale per assicurare il migliore outcome clinico dei pazienti affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF). Questi in estrema sintesi i temi affrontati nel corso dell’incontro dal titolo Modelli di Presa in Carico del Paziente con Fibrosi Polmonare Idiopatica nella Regione Lazio, ospitato presso la Sala Biblioteca della Regione Lazio.
L’IPF è una patologia respiratoria progressiva, cronica, e gravemente invalidante, con prognosi infausta, che colpisce nel mondo 8-16 persone ogni 100mila abitanti, più comunemente over60. È caratterizzata da formazione di tessuto cicatriziale a livello polmonare, con conseguente perdita di funzionalità respiratoria nel tempo. Pertanto, chi soffre di IPF accusa dispnea, che si aggrava con il passare del tempo, tosse secca e, quindi, difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane.
Questi sintomi, almeno inizialmente, sono simili a quelli di altre patologie respiratorie. Per questo motivo, in molti pazienti, la IPF non viene inizialmente riconosciuta e diagnosticata come tale. Questo determina spesso un ritardo nella diagnosi per una patologia che ha un’aspettativa di vita dal momento della diagnosi di 3-5 anni. Un altro aspetto della patologia che ne impatta negativamente il decorso e la prognosi riguarda le riacutizzazioni gravi, ovvero rapidi peggioramenti dei sintomi nell’arco di giorni o settimane. Queste recrudescenze sono purtroppo legate ad un aumento della mortalità.
Nella Regione Lazio esistono quattro Centri che rappresentano una rete di riferimento per la maggior parte dei pazienti affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica: Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Policlinico Tor Vergata, Policlincio Universitario Agostino Gemelli. Centri che sono i promotori di un Progetto di Ricerca condotto da Altems Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, e sponsorizzato da Boehringer Ingelheim, volto ad analizzare l’attuale percorso clinico che i pazienti seguono nell’ambito del contesto regionale, con l’obiettivo di riconoscere le variabili che lo caratterizzano e individuare gli elementi determinanti per dare vita ad un iter ideale.
L’ottimizzazione della gestione della patologia e i modelli di presa in carico del paziente sono fondamentali per garantire esiti migliori e un corretto utilizzo delle tecnologie e dei farmaci, anche alla luce di una razionalizzazione delle risorse disponibili. L’incontro ha lo scopo di mettere a fuoco la presa in carico del paziente con IPF nella pratica clinica quotidiana, per avviare un dibattito sulla possibilità di gestirla al meglio. La condivisione dei risultati del Progetto di Ricerca con le Istituzioni regionali e i rappresentanti dei pazienti e dei cittadini, è il primo passo verso una possibile messa a punto di opportune soluzioni organizzative.