“1 giovane su 3 chiede supporto psicologico e ricorre all’uso di ansiolitici”

Pubblicati gli esiti di una ricerca condotta dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova tramite un questionario distribuito a 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni (1.781 maschi e 2.592 femmine, di età media 18,4 anni) frequentanti istituti delle scuole superiori del Padovano. I dati, raccolti all’interno del progetto Prevenzione Andrologica Permanente nelle Scuole, evidenziano un aumento del disagio tra i giovani che si manifesta con un maggior senso di solitudine, con l’incremento di comportamenti a rischio come fumo e droghe e un’informazione poco approfondita sulla sessualità. “Da 15 anni portiamo avanti un progetto che si sviluppa nelle scuole, parlando a migliaia di studenti, e abbiamo raccolto molto materiale per mettere a confronto i cambiamenti nei comportamenti e nello stile di vita dei ragazzi”, dichiara Carlo Foresta, già professore di Endocrinologia all’Università di Padova, presidente della Fondazione. “Già nel 2018 avevamo colto un momento di disagio giovanile molto importante, che emerge da determinati comportamenti come la dispersione scolastica, l’isolamento di tipo sociale, la dipendenza dal cybersex, i disturbi alimentari. E fin da allora ci eravamo mossi per cercare di capire e soprattutto scoprire come aiutare.”

La ricerca sarà presentata oggi, 06 giugno 2023, a partire dalle ore 18:30, presso la Sala del Romanino dei Musei Civici Eremitani nell’ambito dell’incontro La Cultura e il Disagio Giovanile, organizzato dalla Fondazione in collaborazione con il Comune e l’Università di Padova. Previsto un focus sul ruolo del contesto familiare nel determinare il disagio giovanile. All’incontro parteciperanno Antonella Viola, professoressa di Patologia Generale recentemente al centro della polemica per la sua battaglia contro l’alcol e in particolare il vino; Marco Scarcelli, ricercatore di sociologia; Nicoletta Costa, giornalista.

Dai questionari emerge in particolare come sia cambiata la costituzione familiare: rispetto al 2005, i genitori sono più anziani di 4 anni. L’età media della madre quando il ragazzo ha 18 anni è 50,7; quella del padre 54. In pratica, il giovane vive in una famiglia in cui è avvenuto una “salto generazionale”. “Questo è un dato importante perché un conto è avere un genitore di 40 anni e un altro è averne uno di 50 o anche più”, dichiara Foresta. “Come fondamentale è che il 18% di questi ragazzi siano figli unici, vista l’importanza della socializzazione all’interno di un nucleo familiare.”

I genitori di questi ragazzi oggi 18enni hanno vissuto in un contesto sociale e familiare completamente diverso da quello in cui crescono oggi i loro figli. Emerge infatti che 1 ragazzo ogni 5 è figlio di persone separate o divorziate. Ciò significa dire che fin dalla prima fase dell’adolescenza questi giovani si trovano a vivere una situazione ansiogena, che sfocia nell’uso di ansiolitici e antidepressivi, ma soprattutto nella richiesta di un supporto psicologico – già alta nel campione globale (31%) – che sale al 40% nei figli di genitori separati o divorziati, spiegano gli autori. In questo contesto monogenitoriale, si osserva un significativo aumento di manifestazioni del disagio giovanile: più insoddisfazione della vita (27%) e più autolesionismo (23%).

Anche le abitudini sessuali sembrano risentire della diversità del contesto familiare: nei figli di genitori separati o divorziati sono più frequenti i rapporti non protetti e partner multipli (rispettivamente 19% e 14%); si registrano più malattie sessualmente trasmesse (2,2%) e un più frequente ricorso alla pillola del giorno dopo nelle ragazze (39%), ma anche una più precoce età del primo rapporto sessuale (16,1 anni per i maschi con famiglie sposate; 14,8 in quelle divorziate).

“La fotografia che emerge dall’analisi dei questionari che descrivono le sensazioni, le paure, le abitudini dei giovani deve far riflettere sulle realtà che sono alla base di queste reazioni”, conclude Foresta. “Meglio ancora: sono gli adulti a dover riflettere sulle conseguenze che possono svilupparsi nei giovani da quelle che sono state le scelte di vita che la nostra generazione ha imposto ai figli negli ultimi anni. I risultati della ricerca mostrano, una volta ancora, quanto sia importante aprire un dialogo con i ragazzi su temi che il mondo degli adulti continua a trattare come tabù.”