“Raccomandazioni spesso generiche soprattutto per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie”, dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo alla presentazione del XX Rapporto Osservatorio Civico sulla Sicurezza a Scuola, di Cittadinanzattiva. “Il rischio è quello di un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti, vista l’incomprensibile abolizione della didattica digitale integrata per gli studenti in isolamento; la valutazione dei sintomi viene di fatto affidata a genitori e personale scolastico, con impatto imprevedibile sia sull’assenteismo scolastico, sia sulla circolazione del virus.”
Ad esempio, le disposizioni sottolineano come il raffreddore non possa essere “sempre motivo in sé di non frequenza o allontanamento dalla scuola” e gli studenti possano “frequentare in presenza indossando mascherine chirurgiche/Ffp2 fino a risoluzione dei sintomi ed avendo cura dell’igiene delle mani e dell’osservanza dell’etichetta respiratoria”: a chi vengono affidate la valutazione dello studente in una condizione clinica così sfumata e la decisione di effettuare o meno un tampone, specie considerando che l’infezione da Omicron 5 esordisce spesso solo con lievi sintomi respiratori, proprio come la rinorrea? “I riflettori rimangono inspiegabilmente puntati sulla sanificazione ordinaria e straordinaria in presenza di 1 o più casi confermati, nonostante le evidenze scientifiche dimostrino che meno dell’1% dei contagi è dovuto al contatto con superfici infette”, spiega Gimbe. “E, a dispetto delle modalità di trasmissione del virus, che avviene quasi esclusivamente per aerosol, non viene raccomandato nessun intervento specifico di aerazione e ventilazione per migliorare la qualità dell’aria, ma solo un generico ‘ricambio frequente di aria’, ovvero il ben noto protocollo ‘finestre aperte’ che quest’anno durante la stagione fredda si scontrerà con quello ‘finestre chiuse’ imposto dalla crisi energetica.”
“Le indicazioni dell’Iss – ricorda ancora Fondazione Gimbe – prevedono poi un elenco di ulteriori misure di mitigazione (obbligo di mascherina, distanziamento, evitare assembramenti, sospensione di viaggi di istruzione e uscite didattiche, turnazione nelle mense) da introdurre ‘in relazione al contesto epidemiologico e alle disposizioni nazionali’. Tuttavia, non viene chiarito se la loro implementazione debba avvenire a livello nazionale, regionale o locale, sulla base di quali indicatori e, soprattutto, con quale priorità/gradualità. È evidente – conclude Cartabellotta – che in caso di aumento della circolazione virale le misure previste per l’inizio dell’anno sarebbero insufficienti, ma al tempo stesso l’implementazione di tutte le misure aggiuntive sarebbe necessaria solo in uno scenario estremo poco verosimile, mentre realisticamente saremo di fronte a scenari intermedi.”