Genova, Clinica Montallegro. Impiantata per la prima volta al mondo una protesi peniena tri-componente in anestesia locale. De Rose: “Un risultato clinico e funzionale soddisfacente che premia un lavoro complesso”

Per la prima volta al mondo, presso la Clinica Montallegro di Genova, è stata impiantata una protesi peniena tri-componente in anestesia locale. L’articolo scientifico è stato accettato per la pubblicazione sull’International Journal of Surgery. Autori dell’articolo e dell’intervento Aldo Franco De Rose, urologo e andrologo; Fabrizio Gallo, urologo; Donatella Giua, anestesista.

LA STORIA CLICNICA

L’operazione è stata eseguita su un paziente di 60 anni affetto da disfunzione erettile non responsiva alle terapie orali con inibitori della fosfodiesterasi 5 né a iniezione intracavernosa di alprostadil a seguito di un incidente motociclistico che aveva determinato lesioni vertebrali. Per questo, il soggetto è stato immediatamente sottoposto a intervento chirurgico alla colonna vertebrale, con posizionamento della placca vertebrale lombosacrale, cui è seguito un lungo protocollo riabilitativo. Successivamente, durante un intervento chirurgico al ginocchio per disordini posturali derivanti dall’incidente, aveva subìto un arresto cardiaco, che aveva reso necessario il trasferimento in rianimazione per 20 giorni. Queste 2 condizioni – le placche metalliche a livello lombosacrale, che impedivano l’anestesia spinale, e il pericolo di un nuovo arresto cardiaco durante l’anestesia generale – hanno portato a programmare l’impianto di protesi peniena tri-componente in anestesia locale.

LA RICHIESTA DELLA COPPIA

“La richiesta di impiantare la protesi peniena tri-componente è arrivata espressamente dal paziente e dalla partner, in quanto questo tipo di protesi è l’unica in grado di assicurare una perfetta detumescenza alla stato di riposo e una eccellente erezione nel momento in cui si desidera avere un rapporto sessuale”, dichiara Gallo. “Il soggetto era affetto da deficit erettile postraumatico da circa 30 anni.”

LE CARATTERISTICHE DELLA PROTESI TRI-COMPONENTE

“L’impianto di una protesi peniena – dichiara De Rose alla redazione di Clinica Montallegro.it, rappresenta una valida opzione terapeutica quando un trattamento farmacologico risulti inefficace o controindicato; le ricerche riportano tassi di soddisfazione di paziente (e partner) che variano dal 75 al 100%, a seconda del tipo di protesi. Questi dispositivi sono oggetto di costante sviluppo e hanno raggiunto oggi un’elevata affidabilità meccanica e di sicurezza. Anche se queste procedure vengono generalmente eseguite in anestesia spinale, alcuni autori riportano risultati incoraggianti con l’impianto di protesi peniene semirigide o a 2 componenti in anestesia locale, solitamente con sedazione endovenosa. Fino a oggi, però, nessun autore ha eseguito l’impianto di un dispositivo a 3 componenti in anestesia locale. I risultati sono eseguito stati eccellenti. Il paziente non ha riportato alcun dolore durante l’intervento e il follow-up è stato privo di eventi avversi. 1 mese dopo l’intervento chirurgico – tempo necessario di attesa post-operatoria – il paziente ha segnalato il primo rapporto sessuale soddisfacente. Certamente – afferma De Rose – un risultato clinico e funzionale soddisfacente che premia un lavoro molto complesso.”

PROFILASSI INFEZIONI

“La profilassi antibiotica preoperatoria comprendeva la somministrazione endovenosa di 1 g di vancomicina 3 volte al giorno e 80 mg di gentamicina 1 volta al giorno”, spiega Gallo. “Lo stesso programma è stato ripetuto per 2 giorni dopo l’intervento chirurgico, e seguito da levofloxacina orale 500 mg al giorno e amoxicillina/acido clavulanico 2 volte al giorno per 7 giorni.”

“Per le caratteristiche particolari che non possiede nessun’altra protesi attualmente in commercio, in questo caso – continua De Rose – abbiamo impiantato una protesi AMS 700™ CX, in quanto, sùbito dopo l’impianto, localmente, rilascia un doppio antibiotico locale, l’InhibiZone (rifampicina e minocicline).”

PROTOCOLLO DI ANESTESIA LOCALE

“Per l’anestesia locale è stata utilizzata una miscela 80-20 di ropivacaina al 7,5% e mepivacaina al 2% con adrenalina per entrambi i siti chirurgici penoscrotale e addominale”, spiega Giua. “A livello addominale è stata necessaria l’anestesia dei nervi ileoipogastrico e ileoinguinale; a livello infrapubico l’anestesia del nervo dorsale e a livello peno scrotale e uretrale il ramo perineale superficiale e profondo.”

INTERVENTO

In entrambi i corpi cavernosi del pene vengono impiantati 2 cilindri gonfiabili, mentre la pompetta viene alloggia nello scroto, tra i testicoli. Nella porzione addominale, in fossa iliaca destra viene posizionato il serbatoio AMS Conceal™ , che contiene circa 130 cc di soluzione fisiologica.

FUNZIONAMENTO DELLA PROTESI

“Per attivare la protesi peniena è sufficiente premere 4-5 volte la ‘pompetta’ posizionata nello scroto, tra i 2 testicoli. Ciò permette di ottenere una ottima erezione, in quanto i cilindri nei corpi cavernosi si riempiono della soluzione fisiologica contenuta nel serbatoio; al termine del rapporto sessuale, la protesi può essere sgonfiata premendo un pulsante facilmente individuabile con palpazione digitale, che consente alla soluzione fisiologica di andare in senso inverso, cioè dai cilindri al serbatoio”, spiega ancora De Rose. “Inoltre, la protesi garantisce la completa rigidità del pene durante il rapporto sessuale, senza minimamente compromettere la sensibilità per cui rimane inalterata eiaculazione, se presente prima dell’intervento e orgasmo. Infine, questo tipo di protesi non comporta alcun disagio e non causa alcun fastidio o imbarazzo, essendo praticamente invisibile a pene sia flaccido sia in erezione.”