Più di 2miliardi di adulti nel mondo presentano un eccesso di peso; di essi, oltre 650milioni sono affetti da obesità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine globesity per indicare l’epidemia di obesità, che colpisce adulti e bambini in tutto il mondo. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’Italia non è immune a questo problema: si stima infatti che il 43% della popolazione adulta abbia un eccesso di peso (33% sovrappeso; 10% obeso).
LA GIORNATA DELL’OBESITÀ
In occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, che ricorre il 04 marzo 2024, la Società Italiana di Nutrizione Umana SINU invita a riflettere sulla sfida globale posta dall’obesità e promuovere azioni concrete per migliorare le strategie di cura e prevenzione per questa patologia. L’obesità è stata recentemente riconosciuta in Italia come malattia. Si tratta, in particolare, di una malattia cronica, complessa, multifattoriale e recidivante. L’obesità si associa infatti a numerose patologie croniche, tra cui diabete mellito di tipo 2, ipertensione arteriosa, steatosi epatica (fegato grasso), malattie cardiovascolari, problemi respiratori, osteoarticolari, e disturbi psicologici, come depressione e ansia. Inoltre, l’eccesso di peso aumenta il rischio per alcuni tipi di tumore. Pertanto, l’obesità non solo riduce la salute e la qualità di vita delle persone che ne sono affette, provocando una sorta di “invecchiamento” precoce dell’organismo, ma impatta anche sui costi sanitari. È importante notare che alcune di queste patologie possono manifestarsi con diversa frequenza nei maschi e nelle femmine, sottolineando l’importanza di approcci personalizzati e genere-specifici nel trattamento dell’obesità.
Uno dei temi della Giornata Mondiale dell’Obesità 2024 è Obesità e Salute delle Donne. Secondo la World Obesity Federation, le donne sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dell’obesità, che possono influenzare anche la salute riproduttiva, l’esito delle gravidanze, aumentare il rischio di tumore della mammella, oltre che delle malattie cardiovascolari. È fondamentale pertanto, ricorda la SINU, promuovere uno stile di vita sano fin dalla giovane età a scopo preventivo e, in ambito curativo, riconoscere e trattare le possibili cause all’origine dell’eccesso ponderale (squilibrio tra gli apporti di calorie e dispendio di energia, fattori metabolici, ormonali, implicati nella regolazione della fame e della sazietà), nonché le patologie associate all’obesità.
“Approcci personalizzati e modificazioni dello stile di vita rimangono il cardine della cura dell’obesità”, afferma la prof.ssa Anna Tagliabue, presidente SINU. “Una alimentazione corretta deve essere varia, frugale, con il consumo di alimenti nella loro forma naturale e meno processata possibile (nel rispetto della sicurezza alimentare), che vanno consumati lentamente e con consapevolezza. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che non esiste un approccio dietetico ottimale per tutti, ma è necessario adattare le strategie di perdita di peso alle esigenze individuali, considerando preferenze, abitudini, livello culturale e contesto sociale. Sono altrettanto importanti gli altri aspetti dello stile di vita quali attività fisica quotidiana, durata adeguata di riposo, seguire i ritmi ‘fisiologici’ del nostro organismo, rispettando orari dei pasti e del sonno.”
L’OBESITÀ NEI BAMBINI
Per quanto concerne i più giovani, dal rapporto WHO European Childhood Obesity Surveillance Initiative COSI Report on the 5th Round of Data Collection 2018-2020 (2022), è emerso che la prevalenza dell’eccesso ponderale (secondo le curve di crescita Oms e includendo sovrappeso e obesità) nei bambini e nelle bambine di 7-9 anni è del 29%, con un valore più alto tra i bambini (31%), rispetto alle bambine (28%). L’Italia è uno dei Paesi con le più alte prevalenze: 22% di sovrappeso e 17% di obesità.
Tra i fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo dell’obesità, figurano le predisposizioni genetiche, che possono rendere alcune persone più suscettibili all’aumento di peso. Tuttavia, anche il contesto ambientale svolge un ruolo altrettanto importante, predisponendo il soggetto al consumo eccessivo di cibo poco salutare e a ridotte occasioni di attività fisica. Ciò viene aggravato dalla pubblicità e da marketing aggressivi che spingono enormemente al consumo di junk food, determinando preferenze alimentari che, acquisite in età infantile, possono essere difficili da cambiare in età adulta.
I DISTURBI DIPENDENTI DALL’OBESITÀ INFANTILE
L’obesità infantile rischia di sviluppare tutta una serie di disturbi e malattie: disturbi respiratori, disturbi osteo-articolari, complicanze endocrine, complicanze epato-gastroenteriche, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, neoplasie e conseguenze psicologiche e sociali. Inoltre, può portare a ripercussioni sull’età adulta. Ad esempio, i risultati di uno studio svedese, pubblicato su Obesity nel 2023, mostrano che il rischio di andare incontro a diversi tipi di tumore sembra essere proporzionale all’indice di massa corporea (body mass index, BMI), che si ha quando si hanno circa 18 anni.
Le conseguenze dell’obesità possono essere gravi non solo per quanto concerne la salute fisica, ma anche quella mentale. Infatti, la discriminazione sociale, il bullismo e lo stigma associati all’obesità possono portare a problemi di autostima e ansia, elevati livelli di stress e persino depressione, a causa dell’immagine corporea negativa. Questi aspetti psicologici possono a loro volta scatenare comportamenti scorretti nel regime alimentare, creando un circolo vizioso: un’immagine corporea distorta può influenzare negativamente le scelte alimentari e la partecipazione ad attività portando ad un generale disinteresse per la vita quotidiana e mancanza di motivazione.
Proprio a questa fascia di età va indirizzata la maggiore attenzione, oltre che la ricerca per la prevenzione. Per questo, la SINU ha partecipato al progetto di ricerca AGENAS La Promozione della Salute nel Terzo Millennio: Facebook, Social Gaming e Promozione di Stili di Vita Sani tra gli Adolescenti, con il Gruppo di lavoro Sorveglianza Nutrizionale degli Adolescenti, coordinato dalla dott.ssa Giulia Cairella, all’epoca dello studio Vice presidente SINU.