Giornata Mondiale della Salute 2024. Il punto su deficit di attenzione e iperattività negli adulti

2milioni di Italiani adulti potrebbero soffrire di deficit di attenzione e iperattività senza saperlo. Oltre 2/3 degli adolescenti a cui è stato diagnosticato l’ADHD in età infantile continua infatti a presentare i sintomi in età adulta, con difficoltà a prestare attenzione e a mantenere la concentrazione, comportamenti impulsivi, irrequietezza fisica. A loro Brain&Care dedica gli Ambulatori polispecialistici specializzati nella diagnosi e cura dell’ADHD negli adulti, a Rimini e a Milano. Il servizio, tra i primi in Italia, apre all’insegna del motto my health, my right, la mia salute, un mio diritto, tema della Giornata Mondiale della Salute 2024, che ricorre il 07 aprile, in ricordo della fondazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 07 aprile del 1948. Per questa occasione, i Centri Brain&Care rivolgono l’attenzione a un disturbo ancora poco conosciuto ma insidioso, spesso erroneamente confuso con altri disagi e quindi non adeguatamente curato, con ripercussioni in ambito sia familiare sia professionale. “È importante sottolineare che l’ADHD si nasconde dietro i comportamenti di tutti i giorni, in specifiche situazioni e attività in cui il soggetto è impegnato”, dichiara Graziella Madeo, neurologa e direttrice dell’Unità di Neuromodulazione e Ricerca Clinica di Brain&Care Group di Rimini. “Questo disturbo si individua soltanto ponendo le giuste domande in un contesto clinico ben strutturato e con gli strumenti ad oggi a disposizione per riconoscerlo anche nell’adulto.”

DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ

Il deficit di attenzione e iperattività (attention deficit hyperactivity disorder, ADHD) è un disturbo di origine neurobiologica caratterizzato da sintomi ben definiti e continui come: difficoltà di prestare attenzione e mantenere la concentrazione; comportamenti impulsivi; irrequietezza fisica. Non ne soffrono solamente i ragazzi, come erroneamente si pensa, ma anche gli adulti: oltre 2/3 degli adolescenti cui è stato diagnosticato l’ADHD in età infantile continua infatti a presentare i sintomi anche in età adulta.

Sono sempre più numerosi gli studi sull’ADHD in età adulta, anche se, come riportato dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD AIFA APS, mancherebbero ancora dati accurati per via della carenza di attività di sensibilizzazione e della poca conoscenza sull’argomento. Tuttavia, la prevalenza mondiale della diagnosi di ADHD nei bambini e negli adolescenti è stimata intorno al 5,9-7,1% (Concept Paper AIFA APS, ADHD-2015) e si stima che tra il 30 e il 70% dei bambini con ADHD continui a mostrare gli stessi comportamenti anche in età adulta.

“L’ADHD descrive una modalità di funzionamento con esordio in età evolutiva che spesso permane in tutte le fasi della vita del soggetto, condizionando la qualità di vita”, continua Madeo. “Infatti, si caratterizza per una gestione problematica dell’attenzione che genera difficoltà e fallimenti e in età adulta e si può associare alla comparsa di altre problematiche come depressione, disturbi d’ansia, dipendenze. Fare diagnosi, soprattutto in età adulta, non è semplice e richiede specifiche competenze e adeguata formazione.”

RICONOSCERE L’ADHD

Senza un protocollo specifico, è complicato riconoscere l’ADHD in età adulta. I sintomi non sono sempre chiari, poiché in molti casi l’iperattività si riduce benché persistano difficoltà di attenzione, disorganizzazione, impulsività e irrequietezza, cui talvolta si aggiungono depressione e ansia. Riconoscere l’ADHD può essere ancora più complicato nei soggetti che sviluppano una dipendenza, in particolare da sostanze, con ritardi anche importanti nella diagnosi. Per questo, Brain&Care ha introdotto una valutazione clinica con test diagnostici specifici e un protocollo mirato per la cura dell’ADHD in età adulta. Tra i percorsi terapeutici, figurano anche stimolazione magnetica transcranica TMS – metodica terapeutica non-invasiva e indolore che consente di modulare l’attività delle aree cerebrali – applicata in affiancamento alla psicoterapia; un percorso mirato e personalizzato – ricordano gli specialisti – è infatti fondamentale per aiutare l’adulto a comprendere l’impatto dell’ADHD sulla propria quotidianità, per sapere come trattarlo e come inquadrare nuovamente le esperienze di vita e i legami affettivi e professionali.