
Il 10 ottobre 2024 ricorre la Giornata Mondiale della Salute Mentale. “Per supportare i Medici e i pazienti nell’analisi e nella diagnosi dei disturbi mentali e conseguente miglioramento della condizione di salute mentale, Synlab introduce myEDIT-B, primo test molecolare disponibile in Italia in grado di supportare i Medici Psichiatri nella diagnosi differenziale tra disturbo bipolare e depressione unipolare”, si legge in un comunicato dell’Azienda. Il disturbo bipolare è una malattia altamente invalidante, che in Italia colpisce circa l’1-2% della popolazione, sebbene si ritenga che i dati siano sottostimati. Essenziale una diagnosi accurata, che oggi richiede in media a 7,5 anni, al fine di evitare ricoveri ospedalieri, dipendenze, comorbidità e un alto rischio di suicidio. Grazie all’analisi epigenetica dell’espressione dell’RNA, il test myEDIT-B consente di discriminare con una sensibilità e specificità superiori all’80% il disturbo bipolare dalla depressione unipolare, riducendo significativamente i tempi di diagnosi. Il test si effettua tramite un semplice prelievo di sangue; i risultati sono disponibili rapidamente, permettendo un follow-up immediato per il paziente.
La salute mentale sul posto di lavoro rappresenta una sfida globale con un impatto molto significativo. Secondo i dati più recenti, circa 1 persona su 6 affronta problemi di salute mentale sul lavoro. In particolare, nel 2022 il 48% dei dipendenti ha riportato un peggioramento del proprio benessere mentale, mentre il 28% ha dichiarato di sentirsi infelice sul posto di lavoro. Inoltre, ricorda ancora Synlab, si stima che ogni anno vengano perse a causa di depressione e ansia circa 12miliardi di giornate lavorative, ovvero 50milioni di anni di lavoro. I costi associati alla cattiva salute mentale sul posto di lavoro sono enormi, con un impatto sull’economia globale stimato in 1trilione di dollari all’anno. Un ulteriore aspetto rilevante per la salute mentale è poi legato all’ambiente lavorativo dei dipendenti: nel 2022, il 23% delle donne e il 26% delle persone con disabilità ha riferito infatti di lavorare in contesti “tossici”, rispetto al 15% degli uomini e al 16% delle persone senza disabilità. Nonostante l’81% dei luoghi di lavoro abbia intensificato l’attenzione sulla salute mentale dopo la pandemia, 1 dipendente su 3 ritiene che il supporto ricevuto sia ancora “inadeguato”; solo il 13% dei dipendenti si sente a proprio agio a discutere della propria salute mentale sul posto di lavoro, mentre il 70% dei manager individua ostacoli organizzativi nel fornire il supporto adeguato, tra cui carichi di lavoro eccessivi, politiche aziendali restrittive e una cultura del lavoro non favorevole.
In Europa, i disturbi mentali coinvolgono 84milioni di persone, il 17% della popolazione, con il disturbo bipolare diagnosticato nell’1,3% dei casi; in Italia, si contano oltre 600mila persone con diagnosi di disturbo bipolare, e si stima che altrettante ne soffrano senza una diagnosi. Di qui l’importanza di disporre di strumenti oggettivi che contribuiscano a ridurre i rischi associati a diagnosi tardive e a trattamenti inadeguati, migliorando l’efficacia delle cure e la gestione del paziente.