Cure palliative: “Senza infermieri non c’è assistenza”. Le proposte della FNOPI

Cure palliative, terapia del dolore, umanizzazione. Questi i 3 cardini scelti per la Giornata del Sollievo 2023, che ricorre domenica 28 maggio e di cui l’infermiere è protagonista per responsabilità professionale ma anche per prescrizione del proprio Codice Deontologico: “Per gli infermieri, umanizzare l’assistenza è un valore irrinunciabile”, dichiara Maurizio Zega, consigliere del Comitato Centrale FNOPI, che ha rappresentato la Federazione alla presentazione della Gionata del Sollievo 2023. “L’articolo 24 per le cure palliative prescrive che l’infermiere presti assistenza infermieristica fino al termine della vita della persona assistita; riconosce l’importanza del gesto assistenziale, della pianificazione condivisa delle cure, della palliazione, del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale e spirituale. L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento della persona assistita nell’evoluzione finale della malattia, nel momento della perdita e nella fase di elaborazione del lutto.”

L’ultimo dato del Ministero della Salute sull’assistenza domiciliare (ADI), fondamentale per i pazienti terminali, mostra che nel 2021 gli infermieri hanno erogato più del triplo di ore di assistenza e accessi per caso rispetto alle altre professioni sanitarie: oltre 100mila pazienti terminali assistiti, per il 70% dagli infermieri con oltre 1,6milioni di ore di assistenza e quasi 2milioni di accessi. Purtroppo, la carenza di infermieri – ne mancano almeno 65mila, di cui oltre la metà per l’assistenza sul territorio – ha pesato molto sull’assistenza. Inoltre, perché l’assistenza domiciliare raggiunga, dall’attuale 4-6%, il 10% del servizio erogato, come prescritto dal decreto 77/2022 sul riordino dell’assistenza territoriale in applicazione del PNRR, dovrebbero essere impegnati migliaia di infermieri in aggiunta a quelli che attualmente possono svolgere il servizio: anche solo adempiere alla previsione dello standard di 1 infermiere di famiglia e comunità ogni 3mila abitanti si traduce in un fabbisogno di almeno 20mila professionisti. Per la carenza di personale, il tempo per ogni accesso domiciliare si è drasticamente ridotto, in funzione dell’aumento degli accessi.

LE PROPOSTE FNOPI

Al fine di attuare nella pratica una reale assistenza di qualità sia dal punto di vista clinico che relazionale e dell’umanizzazione delle cure, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche propone di ampliare le esperienze di Hospice a gestione infermieristica, dimostratisi “assolutamente efficaci” per l’assistenza. “È il momento di riconoscere le specializzazioni infermieristiche; in questo caso, dare spazio alla professione infermieristica sulla gestione della terapia del dolore”, continua Zega. “In questo modo, quanto richiesto al comma 83 della legge di Bilancio 2023, cioè arrivare al 2028 con una copertura dell’assistenza del 90% della popolazione interessata, diviene un risultato sfidante e non impossibile. Il valore della professione infermieristica non deriva semplicemente dall’insieme dei gesti tecnico/scientifici che gli infermieri attuano, ma dalla relazione che veicola ogni gesto di cura e dal senso che ne deriva e che per la loro qualità possono fare la differenza. Racchiudono un valore ancora più prezioso: diventano il mezzo attraverso cui è possibile contribuire a restituire o a far riscoprire il senso e il significato del tempo che rimane valorizzando ogni singolo momento che può continuare a riempirsi di vita”, afferma. “Per gli infermieri un’affermazione del loro Codice è prioritaria: ‘Il tempo di relazione è tempo di cura’.”