Guida Alzheimer Europe. “Cure e assistenza combattendo pregiudizi e discriminazioni”

Fornire a tutti coloro che lavorano nel campo sanitario e sociale – sia a stretto contatto con le persone che a livello organizzativo e decisionale – una serie di indicazioni su come offrire assistenza e supporto sensibili, appropriati e di buona qualità alle persone con demenza e ai loro familiari e caregiver rispettando il sesso, l’identità di genere e l’orientamento sessuale di ciascuno. È l’obiettivo di Sesso, Genere e Sessualità nel Contesto della Demenza: una Guida per Sensibilizzare gli Operatori Sanitari e Sociali, documento realizzato da Alzheimer Europe e che la Federazione Alzheimer Italia diffonde nel nostro Paese in occasione della Giornata Internazionale Contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia, che si celebra il 17 maggio 2023. La Guida intende porre l’attenzione “sulla necessità di una maggiore attenzione e sensibilità verso il benessere, i bisogni e i desideri di tutte le persone con demenza, che siano uomini, donne e persone non binarie, che vivano da sole o con un o una partner e che siano o meno sessualmente attive”. È uno strumento che si rivolge in primo luogo a chi lavora ogni giorno con e per le persone con demenza, ma che vuole anche sensibilizzare tutta la società sulla necessità di combattere le discriminazioni e le disuguaglianze sociali ed economiche che impediscono di garantire a ogni individuo l’accesso a una cura e un’assistenza complete e appropriate indipendentemente dal sesso, dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale. I suggerimenti non fanno riferimento solo alle persone appartenenti alla comunità lgbtq+, ma la loro esperienza è centrale nel documento, “perché si trovano più spesso delle persone eterosessuali e cisgender (che si riconoscono cioè nel sesso attribuito loro alla nascita) a dover fronteggiare difficoltà e discriminazioni basate sulla loro identità di genere e sul loro orientamento sessuale”.

Queste le principali raccomandazioni contenute nel documento:

  • “Non dare per scontato che tutte le persone con demenza siano eterosessuali e cisgender. È necessario invece ricordare che una persona è più della sua identità di genere e del suo orientamento sessuale, oltre che della diagnosi di demenza;
  • Le disuguaglianze di genere e orientamento sessuale possono avere un grande impatto sulla possibilità di ottenere una diagnosi tempestiva e di accedere alle cure: una persona appartenente alla comunità lgbtq+, per esempio, ha molte più probabilità di vivere sola anche in età avanzata, così come le donne, che spesso hanno anche un reddito inferiore a quello degli uomini. È compito di ciascuno pensare come combattere questo impatto con il proprio lavoro e sostenere le persone che si sospetta possano avere la demenza, aiutandole ad accedere alla diagnosi;
  • È importante sostenere le persone con demenza affinché rimangano fedeli alla loro identità di genere (per esempio rivolgendosi a loro usando il pronome da loro scelto o permettendo loro di vestirsi come desiderano), evitando invece di fare pressione affinché esprimano aspetti della loro identità se non vogliono o non si sentono sicure. È fondamentale garantire che possano decidere da sole, con il supporto necessario, chi informare di cosa;
  • I partner e i familiari scelti vanno coinvolti nella cura e nell’assistenza, anche se non sono formalmente o legalmente riconosciuti come tali o non provengono dalla famiglia biologica. Non bisogna dare per scontato che tutti abbiano una famiglia – biologica o scelta, legalmente riconosciuta o meno – tenendo presente che aspetti come lo stato civile e la presenza o meno di figli non sono necessariamente il risultato di scelte e preferenze individuali;
  • Le persone trans vanno aiutate a proseguire le terapie e i trattamenti medici di cui possono avere bisogno per mantenere la loro identità di genere;
  • È necessario sfidare l’ipotesi che la sessualità e le relazioni siano inappropriate per le persone con demenza. Le persone con demenza devono essere coinvolte il più possibile in tutte le decisioni relative alla propria sessualità;
  • È importante riflettere sul proprio linguaggio ed evitare espressioni o battute inappropriate basate sull’aspetto, l’abbigliamento o i modi di fare;
  • Bisogna evitare di proporre alle persone con demenza solo attività stereotipicamente associate a un genere e di escludere le persone dalle attività sulla base del loro sesso;
  • Ognuno può contribuire a sensibilizzare sulle esperienze, i diritti e le esigenze delle persone lgbtq+, impegnandosi per costruire un ambiente e un’atmosfera in cui ogni individuo si senta accolto e al sicuro e combattendo e denunciando ogni forma di discriminazione e violenza;
  • È importante promuovere la diversità e l’inclusione di persone con diverse identità di genere e orientamenti sessuali nel settore socio-sanitario, coinvolgendo membri della comunità lgbtq+ nello sviluppo di servizi e assistenza, in modo da garantire che rispondano ai diversi bisogni e interessi delle persone.”

La guida si basa sulla relazione di un gruppo costituito da Alzheimer Europe nel 2021 e comprendente uomini e donne con e senza demenza e con diverse identità di genere e orientamenti sessuali, specialisti provenienti dai settori della demenza, degli studi di genere, dell’etica, dell’invecchiamento, della fornitura di servizi, della formazione degli operatori sanitari, dell’assistenza infermieristica e della psicologia.