L’importanza di un Piano Nazionale contro le malattie cardio-cerebro-vascolari

Nei giorni scorsi a Palazzo Madama si è tenuta – su iniziativa della senatrice Elena Murelli – la presentazione dell’Intergruppo Parlamentare per le Malattie Cardio, Cerebro e Vascolari e del paper dal titolo Malattie Cardio, Cerebro e Vascolari, Una Priorità di Sanità Pubblica. Si fa riferimento a patologie che continuano a rappresentare la prima causa di morte in Italia (220.993 decessi nel 2019, quasi il 35% del totale), la prima causa di ricovero ospedaliero (672.777 dimissioni in regime ordinario nel 2020, pari al 13,8%), e la seconda causa di DALY (disability-adjusted life year), confermandosi tra le principali cause di invalidità, insieme ai tumori. Si tratta di malattie che riguardano persone di ogni età e genere, ma interessano specialmente gli anziani, considerato che quasi l’80% dei pazienti ha più di 60 anni, e le donne, non solo perché vivono mediamente più a lungo degli uomini, ma perché hanno spesso segni e sintomi diversi da quelli tradizionali e in molti casi sovrapponibili a quelli di altre patologie che possono ampliare ulteriormente il ritardo diagnostico. A causa dell’allungamento dell’aspettativa di vita – nel 2050 1 italiano su 3 avrà più di 65 anni – la prevalenza delle malattie cardiovascolari è destinata ad aumentare, e diventerà sempre più importante dotarsi di un sistema sociosanitario e assistenziale in grado di garantire un’assistenza di prossimità, sfruttando le strutture di cura intermedie come le Case e gli Ospedali di Comunità e promuovendo, quando possibile, una presa in carico domiciliare, per questi pazienti.

“Nonostante il loro notevole impatto sulla salute e sulla qualità della vita delle persone ma anche sul sistema economico e sociale del nostro Paese, le malattie cardio-cerebro e vascolari sono state troppo a lungo ai margini dell’agenda della Sanità”, dichiara in apertura della conferenza stampa la senatrice Murelli, componente della Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato e Previdenza Sociale, promotore dell’Intergruppo Parlamentare sulle Malattie Cardio, Cerebro e Vascolari. “Promuovere stili di vita sani che possono modificare i fattori di rischio come fumo, alcol, inattività fisica e scorretta alimentazione, anche ricorrendo a strumenti ancora poco usati come la Carta per la valutazione del rischio cardiovascolare, è essenziale”, afferma Pasquale Perrone Filardi, presidente Società Italiana di Cardiologia SIC e responsabile PI di Cardiomiopatie ed Ipertensione Polmonare, AOU Federico II. “Spesso non è sufficiente, perché molte persone sviluppano queste patologie per predisposizione genetica, fattori congeniti o come conseguenza di altre condizioni come diabete e ipertensione, per cui la prevenzione secondaria e terziaria, che implica screening per i soggetti a rischio, monitoraggio continuo delle condizioni cliniche ma anche riabilitazione cardiologica, diventa altrettanto fondamentale. È per questo che la SIC, insieme a FIMMG, SIMG e FOFI, ha promosso una campagna educazionale sulla prevenzione cardiovascolare rivolta a cittadini e medici con un sito iltuocolesterolo.it e l’app CardioRisk, che contando sull’alleanza con i Medici di Medicina Generale ed i Farmacisti territoriali possa diffondere la cultura della prevenzione.”

Sempre nell’ottica di garantire una gestione ottimale dei pazienti, si manifesta la necessità di rivedere il rapporto tra ospedale e territorio, di dotare il sistema di risorse umane, infrastrutturali e tecnologiche adeguate ai bisogni di salute e di rendere i servizi socio-sanitari sempre più integrati e prossimi al cittadino. “I dati del PNE di AGENAS evidenziano che, mentre negli anni il tasso di mortalità a 30 giorni per IMA e Ictus si è ridotto significativamente, a testimonianza di una buona capacità di gestione dell’emergenza, la mortalità a 1 anno diminuisce molto più lentamente, celando persistenti criticità nella presa in carico territoriale”, dichiara Fabrizio Oliva, presidente designato Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ANMCO e direttore della SC Cardiologia 1 – Emodinamica, presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano. “Per garantire una miglior continuità assistenziale dobbiamo istituire o rafforzare Reti e percorsi non solo tra sistemi ospedalieri e distrettuali ma anche all’interno delle singole strutture, tenendo conto delle opportunità offerte dal PNRR in tema di prossimità delle cure e digitalizzazione e dello stesso DM 77/2022 che riforma l’assistenza territoriale.”

Il Piano Nazionale è redatto dal Gruppo di Lavoro di Meridiano Cardio, piattaforma di The European House – Ambrosetti sulle malattie cardio, cerebro e vascolari, ed è sostenuto da Amgen, Edwards Lifesciences, Alliance BMS-Pfizer e W.L. Gore & Associati.