Indagine serenità familiare e benessere psicofisico dei figli. L’opinione di Bozzola e Manfredi

Se il 97% dei genitori italiani crede che il benessere fisico dei figli sia importante tanto quanto quello mentale, circa il 70% di entrambi i genitori ritiene che per raggiungere tale obiettivo sia indispensabile una certa serenità dell’ambiente in famiglia. Una tendenza trasversale tra tutte le fasce di età dei genitori, anche se sono quelli più giovani che sottolineano maggiormente l’importanza della componente psicologica quando si parla del benessere degli under14, mentre sono i genitori di età superiore ai 35 ad associare il concetto di salute al benessere fisico, con il 66% degli over45 che ritiene che un bambino sano sia uno che si ammala poco.

È quanto emerge dalla ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione, parte di Federchimica, presentata in occasione del webinar dal titolo Salute Infantile: Prevenire, Curare, Amare. I Consigli di Assosalute Quando i Piccoli Disturbi Riguardano i Bambini, con la partecipazione della dott.ssa Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria SIP, e del dott. Aldo Manfredi, pedagogista.

BENESSERE FISICO E MENTALE DEI BAMBINI, A PARTIRE DALLA CASA

Se si pensa al “benessere” in riferimento a bambini e ragazzi under14, i genitori italiani associano le parole amore, cibo, felicità, sport, salute, famiglia: un accordo quasi unanime sulla definizione allargata di salute, che comprende sia gli aspetti legati al benessere fisico che a quello psichico e sociale. Lo rivela la ricerca presentata che evidenzia come la salute non sia più legata alla sola componente fisica ma quanto abbia assunto grande importanza anche quella mentale. L’importanza attribuita dai genitori all’educazione delle emozioni e al benessere psicologico dei bambini è elevata anche se, per circa 1 genitore su 2, è forse fin troppo “di moda” e per questo eccessiva.

QUALI SONO GLI ELEMENTI IMPRESCINDIBILI PER IL BENESSERE DEI BAMBINI SECONDO I GENITORI?

Anzitutto, la serenità dell’ambiente di famiglia (67%), tanto per i papà quanto per le mamme, seguita dalle attività all’aria aperta, soprattutto per i genitori del Nord est dell’Italia e le donne (44,9% contro il 29% degli uomini), e dall’importanza dello sport, diffusa in particolare tra i genitori del Sud e gli uomini (34,4% rispetto al 22,8% delle donne).

“Nonostante l’Italia si classifichi tra le migliori case del pianeta per un bambino che nasce oggi, il problema che stanno vivendo i genitori oggi è quello della difficoltà di trasmettere ai figli stili di vita salutari, a partire dall’alimentazione”, dichiara Bozzola. “In virtù di un’eccessiva disponibilità di cibo e per cedere ai capricci dei bambini, abbiamo un’eccedenza nell’alimentazione, troppo ricca di proteine e ‘pasticciata’, a discapito di una dieta corretta per la crescita e lo sviluppo del bambino.” Un’attenzione, quella all’alimentazione, maggiormente diffusa tra i genitori del Nord ovest della Penisola, e a cui sono chiamati anche educatori, pediatri, babysitter e chiunque si dedichi all’alimentazione quotidiana del bambino.

MENO SCHERMI, PIÙ ARIA APERTA

Accanto alla dieta a tavola, anche quella mediatica è cruciale in giovane età. “Passando da un dispositivo all’altro e sempre più in età inferiore rispetto al passato, i bambini oggi – e specialmente dopo i mesi di restrizioni e lockdown in cui la casa è diventata, per antonomasia, il luogo in cui tutto può essere a portata di mano – rischiano di trascorrere 4-5 ore al giorno davanti agli schermi, spesso non uscendo neanche di casa ed evitando attività all’aria aperta”, afferma Manfredi. “Tutto ciò può portare all’insorgenza e diffusione delle cosiddette ‘malattie sociali’, come i disturbi del comportamento, quelli dell’attenzione e i problemi di depressione infantile.” Aspetto confermato anche dalla dott.ssa Bozzola, che segnala anche come “le app ‘educative’ – quelle che, secondo molti genitori favoriscono una facilitazione dell’apprendimento di lingue straniere, di versi degli animali o qualche altra abilità linguistico-cognitiva – difficilmente possano essere realmente educative senza la supervisione e la guida dell’adulto”. “Inoltre – prosegue – una eccessiva esposizione ai media device, e dunque un abuso di tecnologia, può portare il bambino ad avere un ritardo nell’apprendimento correlato, soprattutto, alle abilità matematiche, e a sviluppare bassi livelli di attenzione.”

“Non solo. Gli schermi digitali – continua Bozzola – possono provocare disturbi della vista a causa dell’emissione della luce, tra cui secchezza oculare, bruciore, irritazione e abbagliamento, e disturbi del sonno, di tipo qualitativo e quantitativo, oltre che per la luce anche per i contenuti stimolanti. La deprivazione del sonno è stata poi correlata a tante patologie infettive, che espongono il bambino a un maggior rischio di ammalarsi e di prendere l’influenza, proprio per un indebolimento dell’organismo. Altri disturbi correlati all’eccessiva esposizione agli schermi riguardano poi la postura, la cosiddetta text neck syndrome o il pollice da SMS, soprattutto negli adolescenti, tra cui è anche molto diffuso il cosiddetto phubbing, ovvero la difficoltà dei ragazzini ad esternare i propri sentimenti e creare delle relazioni reali e vere, perché soliti a comunicare tra loro tramite messaggi, abitudine che può ripercuotersi negativamente sul loro benessere psicologico.”

LA FIGURA GENITORIALE: L’IMPORTANZA DELLA RESPONSABILITÀ E L’ALLEANZA GENITORI-SCUOLA

“Nell’attuale contesto sociale e relazionale con grande spazio acquisito dai social, il ruolo del genitore diventa ancora più chiave per la crescita del bambino: è tutto – dichiara Manfredi – anche se quello che sta accadendo ora è che gli adulti si stanno ‘infantilizzando’ e i bambini ‘adultizzando’, creando di conseguenza una società orizzontale in cui ai bambini vengono consegnati strumenti (come tablet, cellulari, ma anche carte di credito) che poi non sono in grado di utilizzare responsabilmente, con una conseguente de-responsabilizzazione da parte dei genitori. Si tratta di un processo in cui i genitori tendono a delegare all’esterno la responsabilità che deve essere in primis loro e che spesso può sfociare nella pretesa che sia il Nido o la scuola a educare il figlio. Sicuramente la scuola e il Nido, nella primissima infanzia, possono fare molto, ma se manca l’alleanza genitoriale la sua azione è ridotta.”

Non solo de-responsabilizzazione ma anche eccessiva apprensione, che spesso trova nei social media un canale propizio. “Soprattutto all’aumentare dell’età dei genitori, cresce anche il grado di apprensione nei confronti della sintomatologia dei bambini”, afferma Bozzola. “La nota negativa è che, se il pediatra non risponde subito, c’è la tendenza da parte dei genitori a postare sui social media foto del bambino per chiedere consiglio ad altre mamme. Nonostante l’esperienza che le mamme di altri bambini possono acquisire nella gestione dei propri figli, queste non sono medici, ed è sempre necessario rivolgersi a una figura medica competente.”

EDUCARE ALLA SALUTE: FIGURE DI RIFERIMENTO E RIMEDI

Secondo gli intervistati nell’indagine, il pediatra sembra comunque rimanere la principale figura di riferimento a cui i genitori si rivolgono quando il proprio figlio non gode di buona salute, con quasi 7 italiani su 10 (68,9%) che seguono le indicazioni del medico in caso di malattia dei propri figli, soprattutto da parte dei papà (74,8% vs 63,2% per le donne). Le mamme tendono invece a preferire l’autonomia, soprattutto nella gestione dei piccoli disturbi dei bambini, affidandosi alla propria esperienza di cura maturata nel tempo (17,6% vs 9,2% per gli uomini) e/o cercando consiglio online (14% vs 6,9%). Il ruolo del pediatra è cruciale per i genitori quando si tratta di disturbi fisici: a lui si affida il 54,3% dei genitori anche in caso di segnali sintomatici di un piccolo disagio psicologico del bambino, come sbalzi dell’umore, l’acuirsi di paure, disturbi del sonno, ansia, e difficoltà scolastiche. In questi casi risulta importante anche il confronto con altri genitori, amici e parenti giudicati “esperti” a vario titolo e con le figure educative di riferimento dei bambini. In caso di piccoli problemi di salute fisica, i farmaci sono il primo rimedio più utilizzato dai genitori: il 39% ricorre a farmaci di automedicazione e il 36,7% a farmaci con ricetta prescritti dal pediatra. Anche gli altri rimedi risultano però abbastanza utilizzati: 1 genitore su 4 ricorre ai classici “rimedi casalinghi”, agli integratori e alle vitamine e ai prodotti naturali (erboristici e/o omeopatici). A prediligere i farmaci da banco sono le mamme, 44,9% rispetto al 32,8% dei papà.