Inquinamento atmosferico in Lombardia: l’allarme dei medici

L’interesse della comunità scientifica per gli effetti dei tossici ambientali ha ricevuto impulso dalla profonda trasformazione dello scenario delle malattie degli ultimi decenni. Il progressivo aumento della prevalenza di numerose patologie (immuno-allergiche, endocrino-metaboliche, cardiovascolari, neuropsichiatriche e neoplastiche) trova infatti nell’azione dei fattori ambientali la spiegazione più plausibile. “La Pediatria italiana ha recepito questo allarme, dedicando i principali eventi scientifici degli ultimi anni al tema dei Primi Mille Giorni – periodo embrio-fetale e primi 2 anni di vita – finestra temporale di massima vulnerabilità per l’esposizione ai tossici ambientali. Tra questi, numerose ricerche correlano gli inquinanti atmosferici – in primis il particolato ultrafine PM2.5 – al rischio di insorgenza di numerose malattie”, dichiara il prof. Ernesto Burgio, Presidente del Comitato Scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e membro dell’European Cancer and Environment Research Institute (ECERI).

“La più alta incidenza di tumori infantili in Europa e il fatto che 1 bambino italiano su 5 abbia disordini del neurosviluppo – 1 su 77 ha l’autismo –sono tra i dati più allarmanti nel nostro Paese. Non meno preoccupante è il progressivo aumento della patologia respiratoria cronica a partire dall’età pediatrica. Si tratta di dati epidemiologici che non possono essere ignorati e richiedono un confronto serio e urgente tra la comunità scientifica e le Istituzioni”, aggiunge la prof.ssa Cristina Panisi, pediatra e membro del Comitato Scientifico SIMA. L’invito a non creare allarmismo non può delegittimare la rilevanza di questi temi e nascondere il fatto che in Lombardia, come nel resto d’Italia, non si stia affrontando il problema. I dati riguardanti l’inquinamento atmosferico in Lombardia negli ultimi giorni sono stati motivo di riflessione, preoccupazione e confronto di molti medici. L’esigenza di coerenza e la consapevolezza di condizioni ambientali assai sfavorevoli per la salute dei propri assistiti – soprattutto dei più piccoli e dei bimbi “in arrivo”, ancora nel grembo materno – sollecitano una presa di posizione della classe medica. “SIMA – conclude il presidente, prof. Alessandro Miani – si propone come portavoce di queste preoccupazioni, invitando alla condivisione le principali Società Scientifiche in ambito medico e richiedendo un confronto con le Istituzioni regionali, con l’avvio di un Tavolo di Lavoro per progettualità serie e di ampio respiro. L’invito a sperare nella pioggia può essere accolto, ma, evidentemente, da solo non basta.”