
Il paziente anziano con una lunga storia di malattia respiratoria e riacutizzazioni, che in genere non soffre solo di Bpco, ma contemporaneamente anche di altre patologie croniche, soprattutto cardiologiche, potrà beneficiare di una terapia triplice: un cortisonico più due broncodilatatori insieme nello stesso erogatore per potenziare la terapia rivolta ai casi più gravi di Bpco, la forma di bronchite cronica severa che riduce il diametro dei bronchi, togliendo letteralmente il respiro. “Una associazione che – secondo Antonio Spanevello, Primario della Pneumologia Riabilitativa all’Istituto Scientifico di Tradate – vede per la prima volta la parte di broncodilatazione (potenziata con due principi attivi) ottimizzata per la terapia dei casi più gravi”.
Oltre all’azione potenziata del broncodilatatore, l’utilizzo semplice del dispositivo di erogazione (due volte al giorno in mono somministrazione) garantisce il miglioramento dell’adesione alla terapia, che per i pazienti con Bpco è molto scarsa. Per questi malati, che uno studio pubblicato su Lancet Respiratory Medicine stima possano essere il 41% dei 2,6 milioni di italiani con una diagnosi di Bpco, è oggi disponibile il nuovo erogatore con tre principi attivi: un antinfiammatorio cortisonico e due broncodilatatori (un “beta2 agonista” e un “anticolinergico a lunga durata”) con diverso meccanismo d’azione. Tanto che, secondo un’indagine Doxa, negli over65 viene assunta da 6 malati su 10 e solo per 60 giorni all’anno.