Congresso sul Parkinson a Padova. “Le nuove tecniche di Neuro-modulazione e l’approccio olistico alla gestione della malattia”

Il IX Congresso della Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento/LIMPE-DISMOV ETS, in programma dal 04 al 06 maggio 2023 a Padova, riunirà gli esperti per un confronto sulle ultime conoscenze e sulle più avanzate modalità di diagnosi relative alla malattia di Parkinson, la seconda più comune malattia degenerativa dopo l’Alzheimer. Tra le tematiche approfondite, le sfide diagnostiche, legate in particolare alla diagnosi precoce, e terapeutiche. Grande attenzione sarà dedicata ai giovani, con relazioni sulle nuove tecniche di neuro-modulazione. I Corsi di Formazione e le Conferenze Didattiche affronteranno argomenti di particolare rilievo clinico e traslazionale, come le demenze, le alterazioni psichiche e comportamentali nel Parkinson, i disturbi del movimento nelle malattie internistiche. Una sessione sarà dedicata all’approccio olistico alla gestione della malattia di Parkinson: l’esercizio fisico (dalle evidenze scientifiche alla pratica clinica), il ruolo dei probiotici e della dieta, mindfulness e approccio psicologico.

DIAGNOSI PRECOCE. GLI INDICATORI SOS (SONNO, OLFATTO, STIPSI)

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Parkinson è una malattia in crescita esponenziale non solo nel mondo occidentale ma a livello globale. Non sono ancora conosciute le cause, anche se è probabile che ambiente e stile di vita abbiano un ruolo determinante. Da qui la necessità di diagnosi precoce, che possa essere effettuata prima della comparsa di sintomi come la rigidità, il rallentamento motorio o il tremore: “Quando questo accade, abbiamo già perso più della metà delle cellule della dopamina e probabilmente è troppo tardi per poter produrre un significativo cambiamento del decorso della malattia”, dichiara il prof. Angelo Antonini, presidente del Congresso e responsabile del Centro Studi per la Neurodegenerazione CESNE, Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, e dell’Unità per la Malattia di Parkinson e per i Disturbi del Movimento dell’Azienda Ospedale Università di Padova. “Oggi noi abbiamo gli strumenti per cogliere le alterazioni legate a questa malattia molto precocemente. Per questo stiamo lanciando la campagna Prevenire il Parkinson Si Può, che si basa essenzialmente su un messaggio semplice: S.O.S., acronimo [di] sonno, olfatto, stipsi. Il disturbo del sonno è un primo sintomo altamente predittivo. Lo è anche la perdita della capacità di distinguere gli odori, che compare addirittura 10- 15 anni prima dei disturbi motori. Infine la stipsi è un sintomo molto comune ma, se associato agli altri 2 e se compare intorno ai 40-50 anni in persone che avevano una normale funzione intestinale, può predire il rischio di Parkinson in maniera piuttosto precisa. Oggi è possibile identificare alterazioni legate alla malattia con strumenti molto semplici di laboratorio come il prelievo ematico e un miniprelievo della cute, fino alla gastroscopia. Riusciamo così a documentare le prime alterazioni a carico della proteina coinvolta, l’alfa sinucleina. Proprio noi qui a Padova – prosegue – con il nostro Centro Studi e grazie al supporto di finanziamenti importanti ottenuti dal PNRR nazionale stiamo sviluppando e incrementando questi strumenti diagnostici precoci. Sappiamo che gli stili di vita, il cambiamento delle abitudini alimentari, l’attività fisica possono essere efficaci. Ne abbiamo le prove con molti pazienti che seguiamo.”

NON SOLO RIABILITAZIONE

La malattia di Parkinson si caratterizza non solo per la presenza di sintomi motori in particolare lentezza e rigidità ma anche per sintomi non motori quali fatica, umore, sonno ed è proprio su questo piano che la medicina si concentra per migliorare la qualità di vita del paziente. “In questi ultimi 15-20 anni la gestione della malattia di Parkinson è nettamente migliorata, non solo grazie all’introduzione di nuovi farmaci e ad un miglior uso di questi nella fase iniziale, intermedia e avanzata di malattia, ma anche grazie all’associazione precoce dell’esercizio fisico al trattamento farmacologico”, afferma il prof. Michele Tinazzi, presidente Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento/LIMPE-DISMOV ETS, responsabile Centro Parkinson e Disordini Movimento Az. Ospedaliera Universitaria Verona. “Occorre quindi riformulare il glossario dell’attività motoria. Non parliamo solo di ‘riabilitazione motoria’ per ripristinare alcune funzioni, come nel caso di instabilità posturale e di freezing; parliamo anche di esercizio fisico fino ad una vera e propria attività sportiva, preferibilmente aerobica e con esercizi di allungamento muscolare. Questa è la strada per migliorare la storia naturale della malattia e la qualità di vita del paziente anche in una fase intermedia e avanzata.”