
I sintomi da reflusso gastroesofageo hanno un’elevata diffusione nella popolazione italiana; infatti, oltre il 44% delle persone ne soffre regolarmente. Attualmente, il percorso del paziente con questi sintomi è tortuoso, spesso improprio e con scarso riconoscimento di ruoli e funzioni dei singoli professionisti di competenza; ne consegue una gestione inappropriata del disturbo. A Roma, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato, è stato presentato il documento di orientamento “La Gestione Condivisa dei Sintomi da Reflusso Gastroesofageo in 10 Assiomi”, risultato dell’impegno di un gruppo di lavoro multidisciplinare, che ha trovato un’unità d’intenti tra i diversi operatori sanitari con un unico obiettivo: consentire una gestione razionale, efficace e sicura del paziente con bruciore di stomaco. “Questa pubblicazione – ha spiegato il Sen. Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani – firmata da autorevoli rappresentanti delle diverse società scientifiche di medici e di farmacisti, rappresenta un esempio virtuoso di dialogo tra le diverse figure sanitarie che operano sul territorio, che auspico possa essere considerato un modello di collaborazione interprofessionale in cui l’attenzione al paziente è l’elemento cardine.” Dalla tavola rotonda è emerso chiaramente che ciascun operatore sanitario tende oggi ad agire in modo indipendente, secondo propri schemi e affidandosi alle proprie esperienze. Da queste premesse è nata spontanea la necessità di un’evoluzione del processo di cura a beneficio dei pazienti e del Servizio Sanitario Nazionale, di cui il documento presentato si pone l’ambizioso obiettivo di essere la base di partenza. Nel presentare questo modello di collaborazione vincente, è stato sottolineato come, ad oggi, il farmacista, supportato dai medici di medicina generale e dagli specialisti, abbia l’opportunità di acquisire le competenze necessarie per individuare e gestire adeguatamente i pazienti con sintomi da reflusso gastroesofageo eleggibili al trattamento di automedicazione.
Compito del farmacista è anche quello di riconoscere segnali di allarme e/o particolari fattori di rischio, che gli consentano di individuare coloro che richiedono ulteriori approfondimenti e che devono essere indirizzati tempestivamente al consulto del medico. La gestione adeguata del paziente con sintomi da reflusso gastroesofageo è resa possibile grazie anche all’ampio ventaglio di soluzioni terapeutiche di cui il farmacista può disporre, che gli consente di consigliare a ciascun paziente il rimedio di automedicazione più appropriato. La sempre più fattiva collaborazione tra le figure sanitarie contribuisce a proteggere la salute del paziente e a semplificare l’approccio al disturbo, evitando disagi per il cittadino ed aumentando la sua fiducia verso il sistema sanitario nazionale; questo modello può anche contribuire a contenere lo spreco di risorse in esami superflui, visite e consulti spesso inappropriati. Il farmacista oggi è chiamato a svolgere il suo ruolo di operatore sanitario sempre più attivamente, in collaborazione con gli altri operatori delle cure primarie, per garantire ai pazienti una gestione razionale del percorso di cura.
Al tavolo di lavoro hanno partecipato:
* Maurizio Bisozzi – Farmacista, Consigliere dell’Ordine dei Farmacisti di Roma;
* Rudi De Bastiani – Medico Medicina Generale, Specialista in Gastroenterologia, Referente SNAMID;
* Eugenio Leopardi – Farmacista, Presidente Utifar;
* Guido Sanna – Medico Medicina Generale, Specialista in Gastroenterologia, Referente FIMMG;
* Vincenzo Savarino – Professore ordinario di Gastroenterologia, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche (DIMI), Università degli Studi di Genova, Past President SIGE;
* Roberto Tobia – Farmacista, Presidente Federfarma Palermo, Vice Presidente Utifar;
* Enzo Ubaldi – Medico Medicina Generale, Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Responsabile area gastroenterologica SIMG.